Una delle problematiche più comuni che affligge molte persone, indipendentemente dal sesso e dall’età, è la cervicalgia. Si tratta di un disturbo di tipo muscolo-scheletrico che dura, in alcuni casi, anche per mesi o anni, alternando fasi di quiete a fasi di dolore acuto. Le cause determinanti possono essere diverse e un’accurata diagnosi fatta mediante palpazione medica, radiografia, tomografia, elettromiografia o risonanza magnetica è il punto di partenza per indagarne sia l’origine sia la cura. La zona di interesse prende il nome di rachide cervicale (parte posteriore del collo) anche se la sensazione dolorifica può irradiarsi alle zone limitrofe, fino a comprendere gli arti superiori. Fattori determinanti possono essere la sedentarietà, una postura scorretta assunta alla guida o per un tempo prolungato nell’arco della giornata o, addirittura, la posizione durante il sonno, lo stress (in quanto può essere la causa di un irrigidimento muscolare o tendineo), il colpo di frusta, le ernie, lo sport (l’esecuzione scorretta degli esercizi è spesso la fonte di molteplici problemi a carico di ossa, articolazioni, muscoli), il freddo, l’ipercifosi o iperlordosi.

L’entità del dolore è variabile e soggettiva. La persona afflitta da cervicalgia solitamente non è in grado di compiere semplici movimenti come ruotare il collo verso destra o sinistra. Il dolore locale può purtroppo essere anche accompagnato da sensazione di formicolio agli arti superiori, vertigini, con nausea, perdita di forza persino agli arti inferiori. La cervicalgia può presentarsi in forma acuta o cronica. In entrambi i casi la risoluzione richiede spesso tempi lunghi e cure talvolta non totalmente efficaci. Come farmaci di prima scelta che più attirano l’attenzione del paziente, per il sollievo immediato che procurano, vi sono gli antinfiammatori a base ad esempio di ibuprofene o naprossene, per via orale o topica. Questi però solitamente danno beneficio per un breve arco di tempo. Diverso è il caso dei corticosteroidi da poter assumere sia topicamente (crema) sia per infusione; per via orale, o attraverso anestetici locali, oppioidi e miorilassanti.
Nei casi più gravi si rende necessario l’impiego di collari ortopedici nelle modalità e tempi suggeriti da chi di competenza. Eseguire esercizi posturali può dare grande giovamento sia per la cura del problema sia per evitare di incorrervi nuovamente. Per i più restii all’impiego di farmaci vi sono anche rimedi “naturali” che vedono l’implementazione nella routine quotidiana di terapie caldo-freddo effettuate mediante appositi cuscinetti da apporre alla zona di interesse o creme e gel a base di attivi quali canfora, arnica o peperoncino per le loro proprietà rubefacenti, antinfiammatorie e analgesiche. I tempi e la scelta della terapia da seguire dipendono da caso a caso e chiedere consiglio al proprio medico o farmacista sicuramente indirizza verso la scelta più giusta.
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