Scoperta un’organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che si avvaleva anche della collaborazione di un funzionario governativo presso l’ufficio immigrazione del Ghana. L’associazione a delinquere, capeggiata da tre cittadini ghanesi, svolgeva i suoi illeciti in varie parti d’Italia, tra le città di Acerra, Modena e Bologna. Nella mattinata di ieri, proprio la squadra mobile della Questura di Bologna, insieme al personale dell’ufficio di polizia di frontiera della città dell’Emilia Romagna, ha eseguito un’ordinanza di custodia emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale locale nei confronti dei tre cittadini ghanesi. L’accusa per loro è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso documentale. Reati, peraltro, aggravati dalla trans nazionalità, ovvero perpetrati in più di uno Stato. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nelle città di Modena e Acerra, luoghi di residenza dei collaboratori più stretti del capo dell’organizzazione.
Il funzionario governativo presso l’ufficio immigrazione del Ghana organizzava, promuoveva e dirigeva nei minimi dettagli l’associazione, così come i viaggi dei clandestini verso l’Italia, e dall’Italia verso l’estero. I trasferimenti avvenivano in aereo e i clandestini venivano forniti di documenti per l’espatrio falsificati. In cambio, l’associazione a delinquere riceveva denaro. La rete di illeciti basati sull’immigrazione risale al luglio dello scorso anno, quando l’ufficio di polizia di frontiera Aeroporto Marconi di Bologna arrestò una cittadina ghanese. La donna era con due minori di cui affermava essere la madre, ma durante i controlli ai passeggeri gli agenti, approfondendo le verifiche sui documenti, hanno scoperto che viaggiavano sotto falso nome e con documenti contraffatti. Da lì è partita un’articolata indagine che ha permesso di riscontrare la complicità della donna all’interno di un’organizzazione criminale che si occupava di immigrazione clandestina, con a capo proprio il funzionario dell’immigrazione ghanese.
Tramite l’attività di indagine e i collegamenti con il funzionario, gli investigatori sono riusciti a identificare gli altri due responsabili che, dall’Italia, avevano il compito di assistere le donne che facevano il loro ingresso clandestino nel territorio nazionale. Tutto il pacchetto formato da documenti falsi, organizzazione e direzione del tragitto dal Ghana all’Italia aveva costi che potevano variare dai duemila ai settemila euro per viaggiatore. Il prezzo dipendeva dal tipo di documento e dai servizi supplementari forniti dall’associazione criminale. L’attività investigativa ha permesso di raccogliere numerose prove di tanti cittadini clandestini entrati nel territorio nazionale con documenti falsi o alterati.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?