Potrebbe celarsi un grave caso di malasanità, l’ennesimo in Campania, dietro la morte di Giovanna Lanzalotti, sessantatreenne di Ogliastro Cilento, in provincia di Salerno, deceduta lo scorso 2 marzo all’ospedale di Boscotrecase, dopo essere stata operata in clinica per una fistola. Sul caso sospetto sono attualmente in corso le indagini da parte della Procura di Torre Annunziata. I magistrati hanno disposto il sequestro della salma della paziente deceduta per poter effettuare l’esame autoptico attraverso il quale sarà possibile definire con precisione le cause del decesso. Per adesso, sul registro degli indagati, sono stati iscritti i nomi di cinque medici i quali l’avrebbero operata: quattro sarebbero i sanitari della clinica San Francesco di Telese Terme, mentre il quinto medico indagato sarebbe il chirurgo della casa di cura Tortorella di Salerno.
La donna, in questi ultimi mesi, avrebbe vissuto un vero e proprio calvario ospedaliero, venendo trasferita da una clinica all’altra della Campania senza mai trovare una soluzione né una cura definitiva al suo problema. La sessantatreenne si sottoponeva da tempo alle dialisi in quanto affetta da nefropatia. Per questo motivo le era stata impiantata una fistola artero-venosa nel braccio destro, ossia un “ponte” di collegamento tra vena e arteria, per permettere una rapida somministrazione dei farmaci. L’accesso chirurgico, tuttavia, aveva creato non pochi problemi alla donna in quanto le aveva provocato diverse infezioni, rendendo necessari diversi interventi tra agosto e novembre dello scorso anno presso la casa di cura Tortorella di Salerno. A febbraio di quest’anno, però, la paziente ha accusato un forte dolore al braccio, e i medici le hanno diagnosticato l’ennesima infezione.
Questa volta la donna viene ricoverata alla clinica San Francesco di Telese Terme, dove viene operata il 23 febbraio scorso. Dopo l’operazione, però, la paziente viene colpita da un arresto cardiaco, motivo per il quale viene trasferita d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. L’arresto cardiocircolatorio era stato di grave entità provocandole danni permanenti al cervello. A distanza di due giorni, il 25 febbraio, le viene anche diagnosticata un’infezione da Coronavirus e, in stato di coma, viene nuovamente trasferita in un’altra struttura ospedaliera, questa volta presso l’ospedale di Boscoreale. Le sue condizioni di salute si sono così aggravate repentinamente e nella data del 2 marzo è sopraggiunto, purtroppo, il suo decesso tra la rabbia e l’incredulità dei suoi familiari i quali hanno chiesto all’Autorità giudiziaria, tramite denuncia dei loro avvocati, di fare chiarezza su quanto accaduto per individuare eventuali responsabilità .