Nonostante i big (da Martone a Sorrentino) abbiano dovuto dare forfait per questioni legate alla tempistica (in qualche caso con ritardi dovuti alla pandemia) o alle logiche distributive, anche quest’anno la Campania è stata presente alla Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia con alcuni film decisamente interessanti, spesso realizzati col contributo della Film Commission Regione Campania e grazie ai fondi del bando cinema regionale. Il primo in ordine cronologico è stato il film d’apertura dell’intera Mostra, Lacci di Daniele Luchetti, per la verità “campano” per ambientazione e origine della storia, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore partenopeo Domenico Starnone, oltre che per la presenza di Silvio Orlando nel quartetto di protagonisti completato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio e Laura Morante. Durante la decina abbondante di giorni della kermesse lagunare, però, spulciando tra i cartelloni delle sezioni parallele è stato possibile imbattersi in alcuni lavori realizzati direttamente da autori campani: dai documentari musicali Paolo Conte, via con me di Giorgio Verdelli e James di Andrea Della Monica a quello sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli Agalma di Doriana Monaco fino al bellissimo cortometraggio Le mosche di Edgardo Pistone, giustamente premiato come migliore regista nella sezione corti della prestigiosa Settimana Internazionale della Critica. Ma c’è un altro cortometraggio, molto bello, diretto da un giovane filmaker campano e proiettato nei giorni della Mostra nell’ambito delle Giornate degli autori, che lo hanno co-prodotto assieme a ZaLab e alla società del regista, Lunia Film. S’intitola Quaranta cavalli e lo ha girato in estate a Chioggia il trentaduenne regista napoletano Luca Ciriello, che con questo lavoro ha già vinto il Premio Laguna Sud 2020 dopo avere conquistato la giuria di qualità composta da Giuseppe Battiston, Sandro Frizziero e Claudio Cupellini, riuscendo così a entrare, di conseguenza, nel programma della settantasettesima Mostra di Venezia.

Al Lido, dove è stato proiettato il 10 settembre, il lavoro di Ciriello – realizzato nell’ambito della residenza artistica L’acqua sotto i piedi diretta da Andrea Segre e dedicata al cinema del reale – ha avuto tanti applausi e s’è ritagliato un posticino nel cuore di coloro che hanno potuto vederlo. In Quaranta cavalli, il regista partenopeo (che ha anche scritto, fotografato e montato il suo cortometraggio) racconta senza filtri e con un occhio registico al tempo stesso asciutto e coinvolto le piccole storie quotidiane di un gruppetto di adolescenti appassionati di barchini e motoscafi tra Chioggia e il resto della laguna veneziana. Nei dieci minuti del suo corto, emergono le scorribande estive dei giovani protagonisti, ma anche o soprattutto i loro sogni sull’acqua e le loro aspettative. Al centro dell’obiettivo del regista, c’è il protagonista Stefanin, un vero e proprio tuttofare che a 16 anni s’atteggia già a uomo fatto e finito: ripara i motori da quaranta cavalli del suo barchino e di quelli degli amici, partecipa a sfide di pesca di vongole che finiscono di sera tra sonorità reggaeton e una birretta in compagnia, prova con scarso successo a corteggiare le ragazze del gruppo e si lancia a tutta velocità verso un futuro vissuto con ironico candore e contagiosa energia.

Luca Ciriello è laureato in Letteratura moderna e ha lavorato anche come educatore e reporter per una Ong in un villaggio della Tanzania. Per quello che riguarda la sua formazione cinematografica, l’ha costruita prima presso la scuola Pigrecoemme di Napoli e poi nell’atelier di cinema del reale FilmAp di Ponticelli, maturando parallelamente anche esperienze come assistente operatore per i telegiornali Rai. Dopo aver già diretto nel 2018 il corto Racconti dal Palavesuvio (menzione speciale al Lucania Film Festival e al festival dell’Isola di Roma Mamma Roma), grazie alla vittoria del bando Cultura Crea del Ministero per i Beni e le Attività culturali riesce a fondare la propria società di video-produzione Lunia Film, con la quale produce il cortometraggio storico Eroi perduti. Dopo Quaranta cavalli, quest’anno uscirà il suo primo lungometraggio L’armée rouge, prodotto da Parallelo 41, Lunia Film e FilmAp.
Sul suo lavoro proiettato alla Mostra di Venezia, Ciriello racconta: “Ho conosciuto Stefanin il 15 agosto 2020 alle ore 15, mentre i canali e le calli di Chioggia riposavano all’ombra di un caldo immenso. Stefanin, chino sotto il sole a riparare lo stereo del suo barchino con motore quaranta cavalli sembrava felice e sorridente. Ho capito che era la persona che stavo cercando per raccontare un mondo segreto. Il giorno dopo Stefanin mi ha presentato la sua comitiva di amici dai 14 ai 17 anni. Ho conosciuto i loro modi di fare, le loro barche e il loro dialetto chioggiotto. Lentamente – prosegue il regista napoletano – sono entrato a far parte del loro gruppo e assieme abbiamo deciso di raccontare un mondo adrenalinico e pieno di energia e fatica, dove la voglia di restare a Chioggia a fare il pescatore prevale su quella di emigrare. Ho filmato da solo, con camera a mano e microfono integrato, sempre in movimento sulle barche, sulle bici e tra le calli di Chioggia, per raccontare la vitalità e il forte senso di orientamento che questi ragazzi hanno tra le acque della laguna veneta. Prima di filmare, ho osservato tanto il loro mondo, ho raccontato ai ragazzi il mio e – conclude Ciriello – li ho aspettati ore e ore in banchina, finché la fiducia è andata crescendo tra di noi“.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post