Oggi, sabato 11 marzo, nel corso di una conferenza stampa, nella sede della Regione di Palazzo Santa Lucia a Napoli, il Governatore Vincenzo De Luca ha annunciato una rivoluzione digitale nella Sanità della Campania.
L’obiettivo, svuotare le liste di attesa. “In Campania siamo nella media nazionale pur avendo oltre 10mila dipendenti in meno, ma vogliamo fare di più. Vogliamo arrivare anche in questo campo ad essere la prima regione d’Italia“ ha spiegato De Luca.
Nello specifico, l’intenzione e di dar vita ad “un accordo con il comparto sanitario privato e con le farmacie per le prenotazioni da fare anche al di là dell’Asl di appartenenza, per poi riversare tutte le prenotazioni sulla Centrale unica di prenotazione. Pensiamo di definire un ambito territoriale di garanzia: facendo l’esempio di Napoli, suddividiamo la città in tre ambiti e in ognuno di questi c’è una struttura pubblica, ma anche le strutture private, in grado di erogare le prestazioni. Quindi, se il pubblico non ce la fa, il cittadino avrà il tempo di prenotazione adeguato a una struttura di laboratorio o clinica privata a cui rivolgersi“.
Secondo il Governatore si tratta di “una rivoluzione, un obiettivo veramente ambizioso“. “Già dalla prossima settimana – continua De Luca – l’accordo con le farmacie per le prenotazioni, oggi si prenota solo rispetto all’Asl di appartenenza, quindi dobbiamo avere l’intesa per poter utilizzare le farmacie per fare le prenotazioni sul Cup, poi faremo l’accordo con le cliniche e i laboratori privati che devono integrarsi con le strutture pubbliche nell’erogazione delle prestazioni. Cercheremo di bruciare i tempi, aprile-maggio può essere un tempo congruo per avere la messa a regime di questo sistema integrato di servizi da offrire tra strutture pubbliche e private. Ma evitiamo cose propagandistiche, il lavoro che dobbiamo fare è immane“.
De Luca si è, poi, soffermato anche sugli ultimi episodi di violenza, avvenuti negli ultimi giorni, verso il personale medico-infermieristico: “Per quel che mi riguarda sarei anche per proporre modifiche legislative nazionali per valutare il reato commesso dentro l’ospedale in maniera più grave e con pene più pesanti, perché chi aggredisce un medico o un infermiere ha una responsabilità doppia“.