Nuovi dettagli emergono dalla tragica vicenda di Caivano, in provincia di Napoli. Da quanto ricostruito dagli investigatori, il branco responsabile dello stupro delle due cuginette di 13 anni potrebbe essere molto più ampio di quanto inizialmente supposto: non solo sei ragazzi, ma potrebbero essere coinvolti ben 15 ragazzi. Inoltre, tra i membri del gruppo si annoverano anche i figli di almeno due importanti esponenti della camorra.

Le indagini dei Carabinieri, sotto la guida della procura minorile, suggeriscono che il gruppo di giovani aggressori potrebbe aver abusato delle due ragazzine in più occasioni e per diversi mesi. I telefoni cellulari dei sospetti sono stati sequestrati e attualmente sono in corso analisi approfondite sui tabulati telefonici. Gli investigatori stanno anche cercando possibili registrazioni video delle violenze. Attualmente, è stato arrestato l’unico maggiorenne coinvolto.
Secondo le ricostruzioni, le ragazzine, entrambe attualmente residenti presso una comunità, sarebbero state vittime di violenze fisiche e minacce da parte dei ragazzi che le avrebbero attirate con l’inganno in un grande complesso sportivo, abbandonato da più di cinque anni, che si trova a poca distanza dal Parco Verde. Lì le due 13enni sono state ripetutamente stuprate. Solo grazie a un messaggio ricevuto dal fratello maggiore di una di loro sono partite le indagini. Il ragazzo infatti ne parla alla famiglia e davanti ai genitori le due cuginette raccontano tutto.
Nel frattempo emergono nuovi indizi su altri episodi di violenze con le stesse modalità. Anche per questo la a Procura parla di una “situazione di chiara emergenza” quando motiva la decisione di allontanare le due minori da Caivano, disponendo il trasferimento in una casa famiglia. Nella relazione dei servizi sociali si parla di “grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità”.
