Era il 2009 quando veniva dato per la prima volta alle stampe Don Peppe Diana, per amore del mio popolo, il graphic novel di Raffaele Lupoli e Francesco Matteuzzi che racconta la vita e le idee del parroco di Casal di Principe brutalmente ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, all’interno della parrocchia di San Nicola. Si tratta di un’opera dalla straordinaria potenza comunicativa, che ebbe il merito di diffondere attraverso il linguaggio della nona arte l’eredità morale del sacerdote e che verrà riproposta, in una versione rinnovata, come allegato all’edizione di domani mattina del giornale Il Fatto Quotidiano, nell’ambito della collana di volumi a fumetti Chiedi chi erano gli eroi, dedicata alle più importanti personalità che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la mafia. Sempre nel corso della giornata di domani, a partire dalle 18, il graphic novel su don Diana verrà presentato ai lettori con una diretta sulla pagina Facebook del Fatto Quotidiano. Vi prenderanno parte lo stesso Lupoli, la giornalista Rosaria Capacchione, Gianni Solino del comitato Don Peppe Diana e Luigi Politano di Round Robin, la casa editrice che ha curato questa nuova edizione del volume assieme a Paper First e BeccoGiallo.
Un commento sulla riproposizione in edicola del fumetto arriva dallo stesso Raffaele Lupoli, che in un post pubblicato su Facebook ricorda la genesi e la storia del suo volume: “Domani con Il Fatto Quotidiano in edicola ci sarà il nostro fumetto su don Peppe Diana: un lavoro collettivo nato nel 2009 – spiega – che aggiorniamo rinnovando qualche tavola, ma soprattutto con una dedica che non avremmo mai voluto fare a Valerio Taglione. Durante quelle notti di scrittura con Francesco Matteuzzi e di realizzazione delle tavole da parte di ben sei disegnatori, Valerio non ha mai mancato di darci sostegno. Nel tempo quella collana, le sue autrici e i suoi autori, sono diventati una specie di cassetta degli attrezzi per lavorare con i più giovani. Pochi giorni fa, ricordando don Diana e le stragi del 1992 in uno scritto, mia figlia ha scelto come titolo la famosa frase di Gesualdo Bufalino sull’esercito di maestri elementari che sconfiggeranno la mafia. Non amo le metafore belliche – conclude Lupoli – ma se di esercito di insegnanti si tratta, siamo fieri di aver messo loro a disposizione le armi pacifiche della cultura e della creatività“.
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