È passato un anno dal 19 luglio 2019, quando il filosofo-ingegnere Luciano De Crescenzo si è spento a Roma, lasciando un vuoto che è difficile da colmare. Avrebbe dovuto compiere 91 anni proprio un mese dopo, il 18 agosto. Nato nel nel 1928 nel quartiere San Ferdinando, nella zona di Santa Lucia, da giovane ha lavorato nella ditta di guanti del padre. Si è laureato in ingegneria alla Federico II e dopo le prime difficoltà a trovare lavoro, si è trasferito a Milano. Nel capoluogo lombardo è riuscito a capire la sua vera vocazione, ovvero quella di scrittore divulgatore e ha deciso, nel 1979, di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, grazie anche all’aiuto di Maurizio Costanzo, il quale è stato il padrino della sua prima opera, Così parlò Bellavista (1977).
La partecipazione al talk show Bontà loro, condotto dallo stesso Costanzo, oltre ad altre manifestazioni pubbliche, è stata la spinta che ha favorito la vendita del libro, che è arrivata a seicentomila copie tra il 1976 e il 1977, per poi essere anche tradotto in giapponese. Nei successivi anni De Crescenzo è stato consacrato come autore di successo internazionale, pubblicando in totale cinquanta libri e vendendo diciotto milioni di copie nel mondo. Una delle peculiarità dello scrittore è stata la sua inclinazione naturale alla “divulgazione”, riuscendo ad avvicinare anche i più inesperti al mondo della filosofia antica. De Crescenzo è stato un personaggio dalle mille sfaccettature, lavorando anche come autore in televisione e nel mondo del cinema. Ha esordito come attore ne Il pap’occhio (1980), diretto da Renzo Arbore, e lo ha affiancato anche nel suo secondo film Ff Ss – Cioè: …che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1984), lavorando come protagonista, soggettista e sceneggiatore. Il 1984 è stato l’anno d’esordio come regista con il suo Così parlò Bellavista. Il successo è stato tale da dirigere anche altri film, tra cui la commedia a episodi 32 Dicembre (1988) sulla fugacità e relatività del tempo. Ha recitato anche al fianco di Sophia Loren e Luca De Filippo in Sabato, domenica e lunedì (1990).
Luciano De Crescenzo è stato un uomo in cui hanno convissuto leggerezza e profonda preparazione, filosofia e ingegneria, serietà e allegria. Ha raccontato una Napoli mai banale e ciò gli è valso il posto nell’Olimpo delle personalità napoletane più conosciute e amate. Ma, “permettete un pensiero poetico”: Così parlò Bellavista è un’opera che è entrata nel cuore di tutti, perché i personaggi del film siamo noi. Siamo il nonno che, sulla sedia a rotelle, si risveglia ad ogni “un milione” pronunciato, siamo quelli che dividono gli uomini in uomini di libertà e uomini d’amore, quelli che raccontano una storia più volte con un cavalluccio rosso sotto il braccio: “Dottò scusate, ma che è successo?”.
A celebrare De Crescenzo ad un anno dalla sua scomparsa è stato il murales apparso in vico Tre Re, nei Quartieri Spagnoli. Iniziativa nata dall’associazione Quartieri Spagnoli 1536, presieduta da Raffaele Esposito e commissionata all’artista Michele Quercia, l’opera è nata dall’unione con la famiglia dello scrittore, nello specifico grazie alla figlia Paola e l’amico storico di Luciano, Renato Ricci, fondatore del primo fan club a lui dedicato.
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