L’intervista al primo cittadino di Aversa Alfonso Golia, com’era prevedibile, ha scatenato le reazioni di chi, all’interno del consiglio comunale, fra i banchi della maggioranza, non approva le scelte del primo cittadino. I cosiddetti ‘dissidenti’ hanno spesso criticato l’operato di Golia e mostrato apertamente il loro dissenso in più di un’occasione, la più eclatante delle quali è stata l’astensione nel civico consesso sul bilancio preventivo. Paolo Santulli, esponente di spicco e consigliere del Partito democratico, non sposa la teoria che le “presunte divisioni interne al Pd” siano il motivo dei “dissapori interni alla maggioranza”. Per l’ex parlamentare, Gennaro Oliviero e Stefano Graziano non c’entrano nulla perché le spaccature sono nate “su specifici atti amministrativi che non abbiamo condiviso e che continuiamo a non condividere”.
“Abbiamo avuto modo di evidenziare – prosegue Santulli – che non siamo contenti dei risultati della gestione amministrativa; dopo un anno dall’insediamento di questa amministrazione, non ci sono state le risposte che avevamo preventivato. Se poi il sindaco cerca di giustificarsi facendo cadere la croce su una parte dei suoi consiglieri di maggioranza, allora il problema è suo”. Sul programma, Santulli parte dal bilancio, ossia dal motivo che ha originato i dissapori con il sindaco. “Il primo cittadino parla dimenticando i problemi veri, a partire dal bilancio, dove l’operazione verità sullo stato delle finanze del Comune di Aversa pare sia completamente tramontata. Così come si allontana molto dalla verità quando afferma che i consiglieri ‘dissidenti’ non partecipano attivamente alla vita amministrativa e non danno un concreto contributo alla realizzazione del programma elettorale. Non ci meravigliamo – afferma Santulli, riferendosi al sindaco – del fatto che non siamo considerati consiglieri di maggioranza di serie A. Dal punto di vista politico ci si rende conto che Golia, in questo momento, deve far cadere la croce sui ‘dissidenti’. Diventerebbe difficile spiegare ai cittadini, diversamente, la sua apertura nei confronti di una parte dei consiglieri di opposizione, nel tentativo di riequilibrare i numeri della maggioranza. È il gioco delle parti della politica, che accompagna la storia del nostro Paese da sempre, altro che ‘rinnovamento’.
L’apertura di Golia a una parte dell’opposizione, per Santulli è dunque motivata dal fatto che “il sindaco probabilmente pensa a una maggioranza ‘variabile’ a seconda delle situazioni. È chiaro che, per ogni trattativa, dovrà pagare un prezzo. Ciò dimostrerebbe, contrariamente alle dichiarazioni e ai proclami, che il sindaco sta preparando l’exit strategy, per restare a galla finché potrà. Io, come sono certo gli altri colleghi cosiddetti ‘dissidenti’, con molta responsabilità, guardiamo ai problemi della città. Abbiamo vinto le elezioni e abbiamo il diritto e il dovere di amministrare per cinque anni”, assicura il consigliere comunale, per poi concludere sibillino che “naturalmente, però, non smetteremo di rivendicare il nostro diritto di condividere, democraticamente, le scelte”.

Per Luisa Diana Motti, consigliera comunale di maggioranza non iscritta al Pd, la querelle Oliviero/Graziano e le possibili conseguenze sull’amministrazione fanno parte di “complesse alchimie partitiche”, ma principalmente tutto ciò “sembra un insulto ai cittadini aversani che faticano a capire quale sia la reale situazione della città e si trovano, da lunghi mesi, sommersi da questioni che riguardano il Partito democratico e i suoi candidati alle regionali. Siamo in overdose”. L’auspicio di Motti era “di poter archiviare i nomi dei candidati, una volta concluse le elezioni. Invece, peggio di prima. Questo è un brutto segno. Un segno di subalternità. Non capisco in che modo l’elezione al consiglio regionale di uno o l’altro dei candidati di uno stesso partito possa modificare qualcosa nell’amministrazione comunale. I problemi sono quelli, sono lì che aspettano e non si sono spostati di un centimetro”.
Motti, più che sul programma elettorale punta il dito sulla macchina burocratico-amministrativa comunale in quanto “le anomalie amministrative sono rimaste costanti negli anni, mentre gli amministratori cambiavano. Se ci riflettiamo su – è il parere della consigliera comunale – queste anomalie non possono perpetuarsi con un apparato, che svolge la sua opera con correttezza, nella verità e nella trasparenza. Se non si capisce in fretta che è il modello organizzativo che deve essere totalmente modificato, allora il programma elettorale di cambiamento profondo sarà stato tradito. Un modello fondato su dirigenti inamovibili, che non vengono neppure fatti ruotare, determina un potere dell’apparato esorbitante. La strada che si vuole intraprendere con il concorso di tre dirigenti sarebbe non l’innovazione, ma la restaurazione”. Infine, riguardo all’opposizione, alla quale il sindaco sembra volersi rivolgere, Motti afferma in maniera sintetica ma decisa: “Se consiglieri che non sostenevano Golia come sindaco hanno cambiato idea, lo dichiarino pubblicamente, lo spieghino ai loro elettori e avremo una maggioranza più numerosa. Mica è un problema, tutt’altro”.
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