Questa volta a far scattare la furia dell’aggressore è un richiamo per non avere rispettato una precedenza. Di fatto, intorno alle ore 20.00 di ieri sera, martedì 20 settembre, c’è stata l’ennesima aggressione ai danni di un autista del trasporto pubblico locale.
Secondo la ricostruzione dei fatti, l’autobus di linea era in direzione di Aversa, sulla tratta Teverola-Aversa-Napoli, quella che una volta era la linea M13 della CTP, quando, improvvisamente, una vettura privata gli tagliava la strada, obbligandolo, per evitare l’impatto, ad effettuare una brusca frenata. L’autista della società di trasporto pubblico, dopo aver evitato il peggio, ha richiamato il conducente della vettura pirata per segnalare il rischio d’impatto corso, e quest’ultimo ha inseguito il bus e alcuni metri più avanti, evidentemente infastidito dalla segnalazione, arrestava la corsa, scendeva dalla vettura e si avvicinava minacciosamente all’autobus.
L’operatore d’esercizio dell’AIR Campania, che in passato aveva già ricevuto un’aggressione simile, per tutelarsi, chiudeva il finestrino lato guida. Alla visione di questo gesto, L’aggressore pensava bene di tornare verso la sua vettura, prendere un corpo contundente e ritornare vicino al finestrino lato guida dell’autobus, ormai chiuso, e colpirlo, provocandone la frantumazione ed il ferimento, per fortuna lieve, del conducente del bus, il quale riportava problemi ad un occhio colpito da qualche piccola scheggia di vetro, per poi darsi alla fuga. La vittima dell’aggressione riusciva a registrare il numero di targa della vettura, dopodiché, anche se molto provato, chiamava l’ambulanza e si faceva refertare, riservandosi di effettuare formale denuncia agli organi competenti.
“Siamo veramente stanchi di continuare a denunciare aggressioni al personale front line del servizio pubblico – afferma Marco Sansone del Coordinamento Regionale USB Lavoro Privato – senza che questo fenomeno regredisca. Riteniamo che sia doveroso implementare i presidi territoriali ed i controlli da parte delle Istituzioni, ma anche le aziende devono fare la loro parte prima che ci scappi il morto. Auspichiamo che la denuncia dell’accaduto permetta alle forze dell’ordine di identificare l’aggressore, anche attraverso l’utilizzo delle telecamere di zona, affinché subisca la giusta punizione, capace di fare da deterrente verso quella che è diventata una triste ed impunita abitudine“- conclude Sansone.



