Bizzarro il metodo utilizzato da una banda per ripulire le banconote macchiate dell’inchiostro blu “antirapina”, bottino di assalti a banche o portavalori. I malviventi dapprima utilizzavano prodotti chimici per rendere meno evidente le macchie, successivamente avevano individuato le uniche macchine in grado di accettarle senza alcun problema, quelle per il pagamento del pedaggio autostradale. Un’indagine partita nel 2018 a seguito dell’arresto in flagrante da parte della Polstrada di un uomo di 63 anni. Gli inquirenti hanno così scoperto l’espediente che vede coinvolti un complice di 57 anni, ai domiciliari, ed altre tre persone raggiunte dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il reato di riciclaggio.

Il denaro, che non aveva più nessun corso legale, era accettato dicevamo, soltanto al casello autostradale. Il trucco era piuttosto semplice: bastava utilizzare anche per brevi percorsi l’autostrada (pagamento di 0,50 centesimi) e provvedere al pagamento con una banconota di 50 euro. La macchina consegnava in pratica un resto “pulito” di 49,50 euro. Un gioco da ragazzi quindi che consentiva ai fermati di approntare più volte durante il giorno questo stratagemma. Gli indagati erano aiutati in questa particolare strategia da alcuni stranieri non ancora identificati.
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