È stato confermato l’ergastolo per Toni Essobti Badre per l’omicidio del piccolo Giuseppe Dorice di 7 anni, il bimbo picchiato a morte, anche con un bastone, il 27 gennaio 2019, a Cardito, in provincia di Napoli, e per il tentato omicidio della sorellina, che venne anche lei massacrata di botte, rimanendo per lungo tempo in ospedale.
Ergastolo anche per la madre del piccolo Giuseppe, Valentina Casa, che in primo grado era stata condannata a sei anni di reclusione. Davanti alla pena dell’ergastolo sono rimasti impassibili, entrambi, almeno apparentemente.
A determinare l’aggravamento della misura detentiva per la donna è stato il suo comportamento assunto nella circostanza dell’omicidio del figlio: la donna, infatti, non ha impedito le violenze né su Giuseppe né sulla sorellina, attardandosi anche a lanciare l’allarme e ad allertare i soccorsi.
“Anche gli animali hanno l’istinto di proteggere i propri cuccioli “. Aveva detto Anna Grillo, sostituto procuratore generale di Napoli nel corso della requisitoria, nel processo di secondo grado, in cui chiede l’ergastolo per la 32enne madre di Giuseppe Dorice. Parole durissime nei confronti della madre che, se fosse intervenuta in modo tempestivo, avrebbe potuto salvare il figlioletto Giuseppe. “Valentina avrebbe potuto e assolutamente dovuto, giuridicamente dovuto, evitare quelle conseguenze lesive, fare di tutto per interrompere l’attività criminale e invece ha assistito passivamente a questa terribile, oscena, mattanza dei suoi figli”. Avrebbe potuto urlare, poteva frapporsi, assumere lei quella violenza che si scatenava sui suoi figli – ha detto ancora il magistrato – avrebbe potuto chiamare la polizia, i vicini, i familiari, urlare, anche soltanto per distogliere quell’essere che fatico a definire umano per interrompere la violenza su due bambini indifesi, invece, ha preferito la vita e l’esistenza dei suoi bimbi al rapporto con Essobti perché il figlio era d’intralcio. Ed è assurdo che una mamma possa essere indifferente alla sofferenza dei suoi figli”.