E ancora possibile richiedere il bonus internet 2022 per migliorare l’accesso alla rete del proprio studio o, perché no, dell’abitazione, se risulta essere anche il luogo di lavoro. L’importante è sottoscrivere un abbonamento per partite Iva. Come specificato dal Ministero dello Sviluppo economico, la misura prevede un voucher connettività per abbonamenti ad internet ultraveloce ed è rivolta a micro, piccole e medie imprese oltre che persone fisiche titolari di partita IVA. La misura prevede l’erogazione di un contributo di importo compreso tra un minimo di 300 euro ed un massimo di 2.500 euro per abbonamenti ad internet a velocità in download da 30 Mbit/s ad 1 Gbit/s (e superiori), di durata pari a 18 o 24 mesi.
Sono previste quattro diverse tipologie di voucher, a seconda di parametri prestazionali (velocità massima in download e banda minima garantita) relativi all’offerta attivata:
- Il voucher A1 prevede un contributo di 300 euro per il passaggio a una connessione con velocità massima in download fino a 300 mbit/s per 18 mesi;
- il voucher A2 prevede invece un contributo di 300 euro più fino a 500 euro di costi di ricollegamento per una connessione con velocità massima in download fino a 1 Gbit/s per 18 mesi
- Il voucher B prevede un contributo di 500 euro più fino a 500 euro di costi di ricollegamento per una connessione con velocità massima in download fino a 1 Gbit/s e una banda minima garantita superiore ai 30 Mbit/s per 18 mesi
- Il voucher C prevede infine un contributo di 2000 euro più fino a 500 euro di costi di ricollegamento per una connessione con velocità massima in download superiore a 1 Gbit/s e una banda minima garantita superiore ai 100 Mbit/s per 24 mesi.
I potenziali beneficiari potranno richiedere il voucher a uno qualunque degli operatori accreditati, fino ad esaurimento delle risorse stanziate e, comunque, non oltre il 15 dicembre 2022.
Secondo quanto riporta il Sole24Ore i tempi sono abbastanza stretti per le richieste, è importante fare in fretta? Primo: il denaro a disposizione è tratto dal Fondo Sviluppo e Coesione, che assegna per sua natura un peso maggiore ad alcune Regioni del Sud. Così, su 589 milioni di euro totali, la Sicilia ne ha disponibili 117, la Campania 106, mentre Toscana e Lazio si accontentano di 15 a testa, 20 la Lombardia.
Le risorse sono così ripartite:
- il 25% è destinato a voucher di tipo A;
- il 50% a quello B;
- il 25% al voucher C.
In tante regioni gran parte dei voucher da 2.000 euro risulta già impegnata, o perché già attivata (ossia sottoscritta dal cliente) o prenotata (ossia opzionata da un operatore di telefonia, che si impegna a venderlo entro un certo periodo di tempo). Questo avviene in Toscana (50% dei voucher C già sottoscritti), in Lombardia (53,5% già sottoscritti), in Piemonte (il 68%) o nel Lazio (53%) solo per citare alcuni casi. Sono dati pubblici, aggiornati al 4 agosto, reperibili dal cruscotto digitale del Mise (bandaultralarga.italia.it/scuole-voucher/voucher-imprese/). Il contatore gira velocemente e a breve potrebbero arrivare i primi stop dagli operatori.
