Svolta nelle indagini sugli episodi di violenza sessuale nei confronti delle due cuginette di 10 e 12 anni del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Alle prime luci di oggi i Carabinieri di Napoli hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare a carico di 9 persone, sette minori e due maggiorenni.

Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale dei minorenni di Napoli su richiesta della locale Procura e da quello del Tribunale di Napoli Nord (con sede ad Aversa), competente per territorio, anche in questo caso su richiesta della Procura della Repubblica. Gli elementi che inchiodano i componenti del branco e scaturiti dalle indagini di queste settimane, alla base delle misure cautelari emesse, saranno illustrati in una conferenza stampa dagli inquirenti a metà mattinata. L’intera vicenda, venuta alla luce il 25 agosto scorso, scaturisce dalla denuncia dei familiari di una delle due bambine, il cui fratello maggiore venne a conoscenza dei fatti attraverso un messaggio ricevuto sul cellulare. Una decina i telefonini sequestrati nelle prime fasi delle indagini, da subito anche al gruppo di giovanissimi sospettati delle violenze. Ne è poi emerso un quadro che ha dato anche una dimensione di sistematicità alle violenze, uno scenario che gli inquirenti non hanno esitato a definire «sistema».
Uno scenario agghiacciante. Violenze di gruppo, ripetute, su due cuginette, 10 e 12 anni all’epoca dei fatti. Tra i 9 ragazzi c’è anche il fidanzato di una delle vittime. È minorenne e ha costretto la bambina a subire rapporti sessuali sotto la minaccia di un bastone. È uno dei retroscena che emerge dall’inchiesta. I racconti delle due vittime dello stupro di gruppo, assistite dagli psicologi, e un’indagine capillare hanno portato i militari dell’Arma a individuare il ‘branco’, con un primo fermo che ha riguardato un diciannovenne, e indagini forensi sui cellulari di otto minorenni; e poi le misure cautelari di questa mattina.
Li hanno riconosciuti in foto. Uno per uno, e per ogni ragazzo hanno indicato il ruolo che ha avuto durante i ripetuti abusi sessuali. L’inchiesta, come riferiscono gli inquirenti delle procure di Napoli Nord e dei Minori, è nata dalla denuncia presentata dal padre di una delle piccole. “Temeva che le violenze continuassero e che fossero diffusi i video dello stupro”, spiegano. Così le piccole cuginette sono state ascoltate e poi messe “in sicurezza” fuori da Caivano. “Durante le attività di indagine, tuttora in corso di approfondimento veniva acquisita documentazione sanitaria, fatti sopralluoghi e sequestrati i telefoni cellulari in uso agli indagati, successivamente sottoposti ad analisi“, aggiungono gli inquirenti. Dalle chat e dai messaggi e video recuperati da telefoni e computer è venuto fuori il quadro raccapricciante degli abusi.
Non solo video dei rapporti sessuali da passare da passare di telefono in telefono via chat, ma anche uno stupro ‘in diretta’. Una violenza sessuale avvenuta in casa di uno degli indagati e mostrata grazie a una videochiamata con la quale il ragazzino faceva vedere agli altri del gruppo come abusava di una delle cuginette. Il sospetto degli inquirenti era che gli stupri fossero stati filmati sia con l’intento di ricattare le vittime sia con quello tipico del ‘branco’ di avere un ricordo delle ‘bravate’ commesse. Le violenze, denunciate solo a luglio, hanno avuto luogo all’interno del centro sportivo abbandonato Delphina, situato nel Parco Verde di Caivano. L’indagine è stata avviata dopo che il fratello di una delle ragazze ha avuto dei sospetti e ha denunciato l’accaduto.