Il rampollo del boss, già prima di iniziare a collaborare, era entrato nel programma di protezione per via del pentimento del fratello Nicola. Secondo la Dda di Napoli, dopo l’arresto di Nicola nel 2010, il clan sarebbe stato gestito proprio da Walter, che in alcuni processi precedenti alla collaborazione, aveva già ammesso di aver fatto parte del clan, sebbene negli anni 2013 e 2014.
La circostanza è emersa ieri al tribunale di Napoli nel corso dell’udienza preliminare dell’indagine anticamorra relativa al controllo da parte del clan del business della distribuzione di prodotti caseari, come la mozzarella di bufala, nel Casertano; un’inchiesta per la quale Walter Schiavone fu arrestato nel giugno di quest’anno.
Walter, ha iniziato a collaborare in particolare con la Dda di Napoli, cui avrebbe reso già due interrogatori. Si sta sgretolando la famiglia Schiavone, spaccata in due dalla scelta del primogenito di Sandokan, Nicola, di «pentirsi». La madre, Giuseppina Nappa, insieme alla figlia che, ha scelto sin da subito di mettersi sotto l’ala protettiva dello Stato, e adesso Walter Schiavone, figlio secondogenito del capo del clan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone.
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