Nei giorni in cui le scuole di tutta la Campania stanno riprendendo gradualmente le attività in presenza, l’Associazione italiana vittime emergenza Covid-19, insieme al gruppo Facebook Tuteliamo i nostri figli in Campania e tutti i gruppi locali cittadini, ha deciso di fare ricorso alla Corte europea contro il ritorno degli studenti negli istituti campani. Ad annunciarlo è stata la stessa associazione in un lungo comunicato, che illustra le motivazioni dietro tale scelta: l’Aivec infatti “intende ricorrere alla Corte curopea dei diritti dell’uomo perché venga affermata la tutela del diritto alla salute, chiedendo l’applicazione della didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria. L’uso della didattica a distanza, strumento previsto dallo stesso Ministero dell’Istruzione per permettere lo svolgimento delle lezioni in sicurezza e salvaguardare nel contempo il diritto allo studio e il diritto alla salute, dopo un primo periodo di uso coinciso con il termine dell’anno scolastico 2019/2020, è stato limitato fortemente perché giudicato troppo sacrificante e inefficace per gli studenti. La didattica in presenza, seppure costituisca fuori di dubbio il migliore dei metodi di insegnamento, in una situazione così emergenziale come quella che stiamo vivendo dell’attuale pandemia è purtroppo fonte di gravi rischi per la salute degli stessi studenti e delle loro famiglie”.
L’associazione ha fatto leva soprattutto sul principio di precauzione, sottolineando che la forzata ripresa delle lezioni costituisce una grave violazione in tal senso: “il principio di precauzione può essere invocato ogni qualvolta ci si trovi di fronte a un intervento urgente o a un possibile pericolo per la salute umana, ovvero di fronte alla protezione dell’ambiente nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, come nel caso in esame. Per tale ragione molti genitori in tutta Italia si sono uniti per chiedere l’utilizzo della didattica a distanza, presentando delle petizioni, formando degli osservatori locali per monitorare la situazione dei contagi e, da ultimo, impugnando anche con l’Aivec le ordinanze che hanno disposto lo svolgimento della didattica in presenza”. Il motivo per cui l’Aivec ha deciso di fare ricorso proprio alla Corte europea è la mancata risposta delle istituzioni: secondo l’associazione, in realtà, sono state prese decisioni che “militano in senso contrario e anche in tempi rapidi”. In virtù di tale andazzo, sono sempre di più i genitori preoccupati per quanto rivelano gli indicatori statistici adottati dal Comitato europeo, che segnalano un progressivo peggioramento dei i contagi a livello mondiale e nazionale.

Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post