Sono oramai passati quasi due mesi da quando, lo scorso 26 febbraio, furono registrati i primi due casi di positività al Coronavirus in Campania: una giovane donna casertana e un tecnico di radiologia della provincia di Salerno, entrambi rientranti da trasferte nel Nord Italia. Due giorni fa, l’Osservatorio epidemiologico della Regione Campania ha pubblicato i primi dati sui numeri del contagio e grafici sull’andamento della patologia sul territorio regionale, prendendo in analisi i soli casi pienamente accertati di infezioni, decessi e guarigioni censiti dal Dipartimento della protezione civile, considerati soltanto se confermati dal referto di laboratorio, mentre non sono contemplati quelli diagnosticati con criterio clinico.
Caratteristiche delle persone affette: il contagio per fascia d’età e per sesso.
In Campania il contagio sembra essere maggiormente ad appannaggio del sesso maschile: 57% vs 43% nelle femmine.
Relativamente alle fasce d’età più colpite, invece, in questa prima fase di diffusione della malattia, la classe d’età tra i 40 ed i 65 anni appare la più colpita (circa il 47% delle diagnosi ricadono in quest’intervallo). Il 75% delle diagnosi sono a carico di persone dai 40 anni in su mentre soltanto il 5 % delle diagnosi interessa i giovani tra 1 e 19 anni.
L’andamento dell’epidemia in Campania
La curva epidemica, ricostruita dall’Osservatorio attraverso le date di esecuzione dei test diagnostici descrive l’andamento, al netto delle oscillazioni casuali, attraverso il metodo delle medie mobili (trend).
L’Osservatorio evidenzia come, dopo i primi giorni in cui le nuove diagnosi aumentavano progressivamente e il numero più elevato dei contagi registrato in corrispondenza del lockdown nazionale e regionale, i valori sul territorio regionale siano in costante, anche se lento, decremento. Le oscillazioni, evidenzia lo studio, in parte legate alle capacità dei laboratori di processare i tamponi diagnostici, incrementate, tuttavia, da una media iniziale di 900 a circa 2000 test al giorno, sono spesso indicative del riscontro di focolai in strutture assistenziali.
L’andamento del contagio nelle singole province.
La provincia di Napoli, un territorio di circa 3 milioni di abitanti su cui insistono 3 Asl, secondo l’Osservatorio influisce in modo determinante sull’andamento della curva epidemica regionale dei contagi: il numero dei tamponi positivi è grossolanamente sovrapponibile a quella dell’intera regione, registrando un lento ma costante decremento a partire dalla data del lockdown.
In provincia di Caserta il trend sembra essere costante nel tempo, caratterizzato secondo lo studio da andamento “a dente di sega“, dovuto in parte all’organizzazione della raccolta e analisi dei campioni e in parte alla progressiva individuazione di focolai in residenze sanitarie assistenziali.
La curva epidemica nella provincia di Avellino è caratterizzata dalla presenza di diversi focolai registrati precocemente in alcune località, dove, a seguito di occasioni conviviali si sono prodotti un gran numero di contagi, come nel caso di Ariano Irpino, Comune dichiarato zona “rossa”, dove sono stati individuati 138 casi.
La provincia di Benevento è il territorio meno popolato dell’intera Regione e quindi, proporzionalmente, quello con il numero minore di casi diagnosticati. Anche in questo caso, tuttavia, si registrano dei picchi dovuti alla scoperta di focolai infettivi localizzati, spesso in case di riposo.
L’andamento del contagio in provincia di Salerno sembra sovrapporsi a quello della confinante provincia di Napoli, mostrando un lieve e progressivo decremento dopo la fase critica osservata a ridosso dei giorni del lockdown. Anche qui si sono registrati diversi i focolai all’interno delle strutture residenziali per anziani.
Guarigioni e decessi
Sui 260 decessi avvenuti in questo periodo, 144 sono stati confermata dal test di laboratorio come morti da Covid-19. La distribuzione per fascia d’età si conferma in linea con i dati nazionali: 3 decessi su 4 sono registrati nelle persone di età superiore ai 65 anni mentre nessun decesso si è verificato finora tra i giovani fino ai 19 anni. Anche la distribuzione per sesso dei decessi rimarca la predominanza del sesso maschile già riscontrata nel grafico sul rischio di contagio: ogni 10 decessi , 7 sono uomini.
Le conclusioni a cui giunge l’Osservatorio sono che, nonostante l’epidemia di Covid-19 sia presente in Campania, i numeri assoluti e la velocità di trasmissione appaiano oggi sotto controllo: le misure di lockdown decise dal Governo e Regione, secondo gli specialisti, sembrano essere risultate efficaci a modificare il minaccioso andamento esponenziale, da un lato contenendo il numero di ammalati e dall’altro riducendo l’accesso alle strutture assistenziali. Il documento si chiude con un’ipotesi sulle modalità di attuazione della cosiddetta Fase 2 dell’epidemia: per gli esperti sarà auspicabile una parziale ripresa delle attività commerciali e sociali, convivendo con la presenza della malattia, ma riducendone l’impatto sulle strutture di ricovero e cura, a patto di prevedere un potenziamento e una riorganizzazione della sanità territoriale, dotandola di risorse umane e strumentali, strumenti tecnologici in grado di intercettare e gestire precocemente ogni nuovo caso.
In un periodo successivo a quello attuale, inevitabilmente caratterizzato da una vita in “mascherina”, da misure di riduzione di affollamenti e assembramento, di stress delle misure igieniche di prevenzione del contagio, di maggiore riscorso ai tamponi diagnostici su gruppi “selezionati”, è necessario che alla gestione clinica ed epidemiologica dei casi, anche in stretta collaborazione territorio-ospedale, si associ il sostegno delle strutture sociali e di volontariato per supportare scelte operative di isolamento e sostentamento dei nuclei familiari o delle comunità residenziali sottoposte a quarantena.
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