Cannabis terapeutica: pronti i bandi per coltivarla in aziende pubbliche e private
Almeno 10mila posti di lavoro dai bandi ministeriali. Nel nostro Paese la richiesta di prodotti terapeutici a base di Cannabis è in costante crescita e viene soddisfatta soprattutto dalle importazioni
Negli anni ‘40 del XX secolo, in Italia, erano ben 100mila gli ettari coltivati a canapa, ed eravamo secondo produttore mondiale della Cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà utilizzata a fini terapeutici.
In Italia la coltivazione, trasformazione e commercio della Cannabis a scopo terapeutico per soddisfare i bisogni dei pazienti potrebbe garantire un reddito di 1,4 miliardi e almeno 10mila posti di lavoro, dai campi ai flaconi. Nel nostro Paese la richiesta di prodotti terapeutici a base di Cannabis è in costante crescita e viene soddisfatta soprattutto dalle importazioni.
“Nelle prossime settimane saranno pronti i bandi per la coltivazione di cannabis terapeutica ad uso medico da parte di aziende pubbliche e private”. L’annuncio arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa alla trasmissione ‘Mi manda Rai3’. L’operazione, ha specificato, serve per dare “raggiungere l’obiettivo di essere autosufficienti nell’ambito della produzione. Questo è un tema che stiamo affrontando insieme al Ministero dell’agricoltura e al Ministero dell’interno, siamo a buon punto del percorso”.
Costa ha anche aggiunto che “si stima che il fabbisogno nel 2021 sia di 1400 kg, ma lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, l’unico autorizzato alla coltivazione, è in grado si e no di produrne forse 300kg”, ed i restanti sarebbero importati. Inoltre, ha aggiunto, “faremmo un errore se confondessimo la legalizzazione della cannabis con la cannabis ad uso terapeutico, questo lo voglio dire con estrema chiarezza e fermezza. La liberalizzazione è un altro tema che rischia di alimentare il dibattito e radicalizzarlo, di creare delle contrapposizioni che – ha concluso – non credo siano utili a quei pazienti che sono in attesa di cura”.
La campagna italiana potrebbe mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta; utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura. Si tratta di ambienti al chiuso dove possono essere effettuate le procedure di controllo da parte delle autorità preposte per evitare il rischio di abusi; una opportunità che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica.
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