Capua, pesca abusiva sul Volturno: colti sul fatto due bracconieri
I forestali hanno scoperto una grossa rete calata illegalmente nell'oasi protetta "Le Salicelle" con l'ausilio di un gommone. Salvati esemplari di alcune specie ittiche
I carabinieri del corpo forestale di Caserta sono intervenuti lungo le sponde del fiume Volturno, sul territorio di Capua, più precisamente in località San Vito Lagnone, per contrastare le attività di pesca abusiva in un bacino lacustre dell’oasi protetta “Le Salicelle”. Nell’area del sito naturalistico di importanza comunitaria i militari avevano notato la presenza di un auto in sosta con un uomo a bordo.
A pochi metri di distanza dall’autovettura, in corrispondenza dello specchio d’acqua, i carabinieri avevano inoltre scorto una fila di galleggianti ai quali era attaccata una rete utilizzata per la pesca abusiva. I militari hanno quindi raggiunto e interrogato l’occupante dell’auto, un uomo di origini ucraine, che ha confermato di trovarsi sulla riva dell’acquitrino per una battuta di pesca assieme a un amico, il quale aveva posizionato la rete con l’ausilio di un gommone.
I carabinieri hanno quini perlustrato le rive del bacino per individuare il suo complice: accortosi della presenza delle forze dell’ordine, l’uomo si è dato tuttavia alla fuga a piedi, attraversando i campi adiacenti e abbandonando l’imbarcazione lungo le sponde dell’acquitrino. Inutili si sono rivelati i tentativi di ricerca dei forestali: l’uomo aveva fatto perdere astutamente le proprie tracce tra la folta vegetazione lacustre dell’oasi naturalistica.
I forestali hanno così provveduto a salpare la grossa rete da pesca in nylon e, dopo averla issata a terra, hanno constatato come la trappola era avesse già catturato le prime vittime: tra le sue maglie erano infatti rimasti impigliati pesci di diverse specie ittiche d’acqua dolce tra cui delle carpe comuni, note anche come cyprinus carpio, e dei carassi comuni, conosciuti scientificamente come carassius carassius. Immediatamente gli uomini della forestale hanno estratto i pesci catturati dalla rete e li hanno liberati all’interno delle acque dell’oasi protetta. Subito dopo i carabinieri hanno proceduto alla rimozione e al recupero del gommone utilizzato da uno dei bracconieri per deporre la rete prima di darsi alla fuga.
Tutte le attrezzature ritrovate nell’area sono state poste sotto sequestro: la rete da pesca in nylon a tramaglio, lunga cinquanta metri e alta due metri circa, il gommone, di colore verde scuro e lungo tre metri e largo 1,2 metri, e due remi utilizzati per navigare il corso d’acqua. Per l’uomo sorpreso a bordo dell’auto è scattata una sanzione amministrativa da duemila euro. Proseguono nel frattempo le ricerche da parte dei forestali dell’altro bracconiere sfuggito ai controlli.
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