Ancora una efficace ed importante attività di contrasto all’ingresso di telefoni cellulari in carcere. La madre di un giovane detenuto è stata denunciata per aver tentato di introdurre e occultare nella sala colloqui della casa circondariale minorile di Nisida quattro telefoni, di cui tre microcellulari e uno smartphone.
L’azione è stata individuata e contrastata dagli agenti della Polizia Penitenziaria, che ha proceduto al sequestro dei dispositivi. La donna è stata denunciata per il reato di introduzione di telefoni in carcere.
I sindacati USPP UIL P.P.p.A e Sinappe, attraverso una nota congiunta, hanno espresso apprezzamento per la professionalità degli agenti della Polizia Penitenziaria che, con dedizione e sacrificio, svolgono quotidianamente i loro compiti istituzionali. Contestualmente, hanno sottolineato l’importanza di fornire alla Polizia Penitenziaria strumenti tecnologicamente avanzati per contrastare i continui tentativi di introduzione fraudolenta di cellulari all’interno delle strutture carcerarie.
