Carceri, emergenza suicidi. L’ipotesi al vaglio: domiciliari per detenuti che hanno un anno di pena residua
Dai dati diffusi dal Garante dei detenuti, aggiornato al 16 agosto, sono 63 i suicidi avvenuti nelle case circondariali italiane: rispetto allo stesso periodo del 2023, sono 19 i suicidi in più
Il ministero della Giustizia starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di misure alternative al carcere per risolvere le emergenze negli istituti penitenziari italiani e tra queste spunta un provvedimento ad hoc per ridurre i suicidi in cella: in particolare, Il ministero starebbe esaminando la possibilità dei domiciliari o l’affidamento in prova, per quei detenuti condannati per reati non ostativi che devono scontare pene residue entro un anno. Una misura che, secondo i calcoli, potrebbe “liberare” migliaia di posti nelle carceri italiane.
Dai dati diffusi dal Garante dei detenuti, è aggiornato al 16 agosto inizio anno, sono 63 i suicidi avvenuti nelle case circondariali italiane: rispetto allo stesso periodo del 2023, sono 19 i suicidi in più. Anche rispetto al 2022 c’è un triste incremento (11 in più). L’età media è di circa 40 anni. Delle persone che si sono tolte la vita, 61 erano uomini e 2 donne.
Le misure alternative
Attualmente, la detenzione domiciliare per i soggetti con pene non superiori a 18 mesi – con la possibilità di scontare la pena presso la propria abitazione o un altro luogo, pubblico o privato – è prevista dalla legge numero 199 del 2010 (stabilizzata dal dl del 23 dicembre 2013 numero 146), ma può essere concessa esclusivamente dal tribunale di sorveglianza. Ma una norma ad hoc da parte del Ministero della Giustizia contro il sovraffollamento potrebbe “liberare” nel minor tempo possibile migliaia di posti nelle carceri.
Secondo i calcoli, sono 8mila le persone detenute che potrebbero essere interessate dal provvedimento ad hoc. Ma attenzione, c’è un nodo da sciogliere, che è soprattutto burocratico. In tal senso, tra le proposte dei Garanti ci sarebbe quella di utilizzare gli impiegati che lavorano agli uffici matricole delle carceri (i cosiddetti “matricolisti”) per eseguire i conteggi delle pene residue, agevolando il lavoro degli uffici giudiziari
“In attesa della nomina di un Commissario straordinario, che avrà il compito di attuare in tempi brevi il piano nazionale di interventi per l’aumento di posti detentivi, l’obiettivo a breve termine è permettere al decreto Carceri approvato lo scorso luglio di entrare a regime. I primi risultati in questo senso si avranno “entro due o tre mesi“, ha detto il ministro Nordio. “Contiamo di raggiungere obiettivi importanti, che però non si possono conseguire nell’arco di una mattinata”, ha aggiunto. “Stiamo lavorando per diminuire la popolazione carceraria”, facendo “scontare la pena ai detenuti tossicodipendenti presso le comunità“, ha concluso. Uno dei propositi già annunciati dal Guardasigilli, che si è comunque sempre detto contrario a qualunque forma di scarcerazione lineare o amnistia mascherata, è la modifica delle norme sulla carcerazione preventiva.
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