Ventiquattro miliardi di euro contro gli 11 miliardi del 2021: quest’anno il settore terziario pagherà una bolletta più che doppia rispetto all’anno scorso. La stima arriva da Confcommercio.
L’appello lanciato dal presidente di Confcommercio di Napoli e provincia Carla della Corte che denuncia la gravità delle condizioni in cui versano le attività imprenditoriali alle prese con bollette rincarate moltissimo. “Molte imprese sono già al collasso e le prossime settimane rischiano di chiudere molte attività. La nostra economia sta rischiando un disastro economico ed occupazionale. Il caro energia è diventato insostenibile. Saremo costretti a iniziative clamorose se non ci saranno interventi immediati“. Prosegue della Corte sottolineando. “È per questo motivo che chiediamo interventi urgenti e straordinari da parte della Regione Campania e della Camera di Commercio per consentirci di pagare le bollette del gas e della luce che, in questo mese di agosto, sono aumentate, rispettivamente, del 300 e del 500 per cento, mettendo in ginocchio le nostre piccole imprese artigiane“.
E appunto di ieri la notizia di un imprenditore campano che, si è visto recapitare una bolletta della luce per un importo di circa 1milione di euro. È quanto capitato a Francesco Francese, titolare di un’impresa conserviera di Buccino (Salerno), La Fiammante. L’imprenditore ha pubblicato sui social la foto con le due bollette di luglio 2021 e 2022; la prima aveva un importo che rientrava nella media del periodo, essendo luglio e agosto fase calda della campagna di produzione di conserve di pomodoro. Mentre quella del 2022, da 978mila euro, ha sorpreso e irritato l’imprenditore, che accanto alle foto delle bollette, ha pubblicato anche uno sfogo. “Mentre i nostri politici litigano per una poltrona calda, gli imprenditori sono lasciati soli in mezzo alla giungla energetica» ha scritto Francese. Per lavorare 15 giorni di luglio – ha aggiunto – mi tocca pagare una bolletta di gas di 978.000 euro a fronte di circa 120.000 dello scorso anno (per 20 giorni di lavoro). Non era meglio andare al mare”.
