Il governo ha deciso di cancellare tutte le cartelle esattoriali con importi fino a mille euro, consegnate all’agente della riscossione dal 2010 al 31 dicembre 2015. Queste pendenze, dunque, a partire dal primo gennaio 2023 verranno stralciate, e con loro interessi e sanzioni, e nulla si dovrà più al Fisco. E quanto riportato nel testo, che dovrà essere approvato da Camera e Senato e poi spedito a Bruxelles entro il 30 novembre.
Una delle domande che i contribuenti si pongono e se il tetto di mille euro riguarderà una o più cartelle? Ebbene, per sapere come funzionerà esattamente il meccanismo si dovrà attendere che la norma venga scritta. Non è da escludere, però, che i mille euro stralciati possano diventare di più per i contribuenti morosi. Facciamo un esempio: se l’ammontare dei mille euro si riferisse alla singola cartella, un contribuente potrebbe ritrovarsi una pendenza da 500 euro di Iva, una da 500 euro di Irap e una da 500 di Irpef e vedersi, così, stralciate cartelle per un debito totale di 1.500 euro, e naturalmente senza pagare alcuna sanzione.

Per quanto riguarda le cartelle esattoriali il cui importo supera il tetto dei mille euro dovranno essere pagate interamente e con una sanzione del 3%. Il pagamento potrà essere dilazionato in 5 anni.
Diversamente, per le cartelle consegnate dall’agente della riscossione dopo il 1° gennaio 2016 andranno pagate interamente, ma senza sanzioni, aggi e interessi. Anche in questo caso, il debito sarà possibile saldarlo in cinque anni.
La misura voluta dal governo, “non è un condono”: lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo: “I contribuenti pagheranno. E non si tratta neanche di una sanatoria penale”. Il viceministro Leo ha detto che non riguarda solo le cartelle “ma copre tutto lo spazio del rapporto fiscale a partire dalle dichiarazioni“. Nello specifico sono state individuate tre fattispecie:
- La prima: il contribuente che ha presentato dichiarazioni fedeli (l’ultima è quella del 2021), ma poi non è riuscito a pagare, avrà una sanzione ridotta al 3% e la possibilità di rateizzare i pagamenti in cinque anni.
- La seconda: il contribuente che nelle dichiarazioni ha omesso di inserire alcuni redditi, pagherà una sanzione del 5% e per il pagamento avrà uno spettro temporale di due anni. Si tratta di un “ravvedimento operoso” ma la dilazione per il pagamento passa dall’attuale anno a due anni.
- La terza: il contribuente raggiunto da un “avviso di accertamento” potrà o aderire con “l’acquiescenza” alla proposta del fisco e ottenere uno sconto sulle sanzioni e una rateizzazione. Oppure, se non accetta quando stimato dal fisco, può accedere a un contraddittorio al termine del quale avrà le sanzioni ridotte al 5% e la rateizzazione su cinque anni.
