Immagini in bianco e nero, una ragazza vestita in bianco (un colore che rimanda, inevitabilmente, a quello della mozzarella di bufala campana Dop) intenta ad addentare proprio il prodotto tipico campano, cercando di dire qualcosa, ma senza successo. È questo l’inizio del nuovo video promozionale realizzato da Casa Surace per il Consorzio di tutela del succulento latticino tradizionale, con l’ironico obiettivo di fare il verso, nello stile tipico del collettivo partenopeo, alle classiche pubblicità riguardanti prodotti cosmetici e altro, riconosciuti per la loro forte carica seduttiva. L’ironia, d’altronde, è proprio la chiave di lettura dei lavori del noto gruppo di attori campani, i quali sono ormai diventati celebri, non soltanto in Campania ma in tutta Italia, per aver raccontato in modo simpatico tutte le tradizioni tipiche del Sud. Immancabile è anche la famosa nonna Rosetta, presente anche in questo video, che si propone come un lavoro capace di sottolineare tutte le caratteristiche principali della mozzarella campana: non solo la sua inconfondibile bontà, ma anche la bellezza, l’emozione e, perché no, il desiderio.
Lo spot è il risultato della campagna di comunicazione autunnale del Consorzio di tutela che ha scelto il web, con i suoi siti d’informazione e soprattutto i social media, come canale per la diffusione di contenuti che non solo vogliono far sorridere il pubblico ma, al contempo, informarli e far riflettere sull’importanza dei prodotti di qualità da mettere in tavola, soprattutto in un periodo storico molto particolare come questo, che ha fatto emergere nuovi stili di vita.

L’unione di Casa Surace con il latticino più famoso del mondo non ha prodotto soltanto questa clip, ma anche un progetto chiamato Staisciupacco: una versione rivisitata del “pacco da giù”, reso famoso dagli stessi attori campani, ovvero un pacco pieno di prodotti del Sud, introvabili, a volte, in altre parti d’Italia, spedito agli studenti fuori sede. Il progetto, infatti, prevede la costruzione di un paniere con tutte le bontà del Sud, ma con al centro proprio la bufala Dop. I primi pacchi sono già andati a ruba e ciò può solo contribuire alla conoscenza e consapevolezza dell’autentico “made in Sud” agroalimentare.
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