Sono estremamente positive le ultime notizie riguardanti lo studio di terapie per prevenire le forme gravi di Covid-19. Secondo lo studio Blaze-1, la somministrazione del cocktail di anticorpi monoclonali prodotti da Lilly riduce significativamente il rischio di sviluppare forme gravi d’infezione nel 70% di pazienti positivi al Coronavirus che hanno subito il trattamento. I test sono stati condotti su 1.035 persone: una parte di questi ha ricevuto la cura a base di anticorpi e l’altra un farmaco placebo. Alla fine del periodo di osservazione, gli eventi connessi al Covid-19 registrati nei pazienti curati con la terapia specifica sono stati 11, a fronte dei 36 riscontrati in quanti non avevano ricevuto il cocktail. Un altro dato incoraggiante, su cui probabilmente bisognerà aspettare ulteriori conferme, riguarda il tasso di mortalità: i 10 pazienti morti durante il test appartenevano tutti al gruppo che aveva ricevuto il placebo. Il cocktail dei due anticorpi, Bamlanivimab ed Etesevimab, si candida quindi a essere uno strumento fondamentale nella lotta alla pandemia. La notizia è stata accolta con entusiasmo da diverse personalità scientifiche italiane: Roberto Burioni ha parlato di ottime notizie, ed esortato le istituzioni a non perdere tempo: “Adesso muoviamoci”, ha detto senza mezzi termini. Dello stesso avviso anche Matteo Bassetti: “Adesso basta passeggiare – ha affermato -. Si deve correre e correre veloci. Sono curioso di sentire cosa diranno quelli che non ne hanno permesso l’utilizzo fino ad oggi in Italia. Li vogliamo presto anche in Italia”.
Grande soddisfazione è stata espressa anche da Daniel Skovronsky, presidente e direttore scientifico dei laboratori di ricerca della Lilly: “Il bilancio delle vittime di Covid-19 continua a salire in tutto il mondo e i ricoveri, in particolar modo negli Stati Uniti, hanno raggiunto livelli da record. Questi dati supportano ulteriormente la nostra convinzione che gli anticorpi Bamlanivimab e Etesevimab insieme abbiano il potenziale per essere un trattamento importante che riduce in maniera significativa le ospedalizzazioni e decessi in pazienti Covid-19 ad alto rischio”.
L’azienda è ora in attesa di ricevere l’autorizzazione dell’uso emergenziale di questa terapia negli Stati Uniti da parte della Fda, ma Skovronsky garantisce che la produzione potrebbe spostarsi su scala globale in tempi brevi: “La Lilly dispone di una robusta catena di produzione mondiale per fornire i suoi anticorpi neutralizzanti, con numerose sedi in tutto il globo, ed è previsto un incremento sostanziale delle forniture nel 2021. Lilly continua ad accelerare la produzione di Etesevimab in collaborazione con Amgen, e ne fornirà fino a un milione di dosi per la somministrazione con il Bamlanivimab dalla metà del 2021, incluse più di 250mila dosi nei primi quattro mesi, da usare in tutto il mondo”.

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