Manuel Ruggiero è un medico del 118 a Napoli, ma è anche il presidente dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, nata per tutelare il personale sanitario aggredito durante l’esercizio delle proprie funzioni. Proprio il servizio del 118 è spesso al centro delle polemiche in questo periodo di emergenza, che ha acuito difficoltà e carenze ataviche, mentre nei pronto soccorso al collasso “ci si trova – spiega proprio Ruggiero – nella complicata situazione di decidere se il malato no-Covid bisogna curarlo, con il rischio, però, che si possa contagiare“.
Dottor Ruggiero, in tempi di Covid-19 qual è la condizione di lavoro del personale sanitario, in particolare del 118?
“Quella che stiamo vivendo è una tragedia annunciata. L’arrivo della pandemia non ha fatto altro che mostrare le carenze strutturali di uomini e mezzi del nostro sistema sanitario. Ha evidenziato una problematica presente da anni. La mole di lavoro è aumentata, i pazienti sono triplicati, ma il personale e i mezzi sono sempre gli stessi. Inoltre, le persone durante la fase 1 credevano ciecamente in noi, con un calo dei fenomeni aggressivi nei nostri confronti. Adesso il fenomeno sta ritornando, come dimostra l’ultima aggressione a un infermiere ieri notte all’ospedale del Mare. A questo aggiungiamo il negazionismo, che fomenta tali atteggiamenti. Tutto ciò non può fare altro che peggiorare la nostra situazione lavorativa. Mi chiedo chi vorrebbe fare oggi questo lavoro, tra rischio aggressioni, rischio contagio e turni massacranti, chi lavorerebbe con le ferie bloccate fino alla fine di dicembre, così come previsto dall’Asl Napoli 1. E in molti, soprattutto infermieri, scappano dall’emergenza per rifugiarsi in situazioni lavorative meno stressanti”.