La situazione al Cotugno: “Il dato che registriamo e che ci lascia sgomenti è che ormai oltre il 93-94% dei ricoverati per Covid-19 sono persone non vaccinate, anche giovani. Abbiamo trentenni intubati in terapia intensiva e in subintensiva un 17enne con una polmonite conclamata, è qualcosa che fa rabbia”, a dirlo, lanciando l’ennesimo allarme e il Dr. Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli (Monaldi, Cto, Cotugno).
Il ragazzo 17enne, napoletano, non è vaccinato ed è giunto lunedì sera al pronto soccorso. Era stato accompagnato in ospedale con tutti i sintomi da Covid-19 da sua madre. È stato ricoverato con assistenza in ossigeno ad alti flussi nell’unità di terapia sub intensiva del polo infettivologico partenopeo. La sua situazione è seria, ma c’è fiducia che possa rimettersi.
L’attenzione al suo caso è massima sia per la giovane età, sia per la contemporanea presenza di alcuni deboli fattori di rischio legati a un eccesso di peso e una leggera ipertensione. È per questo candidato agli anticorpi monoclonali che si aggiungeranno, nelle terapie, agli altri presidi terapeutici utilizzati. Dopo la chiusura di tutti i Covid center della Asl Napoli 1 i protocolli di somministrazione degli anticorpi monoclonali in ospedale sul territorio metropolitano sono passati alla competenza del Cotugno.
Al Cotugno, attualmente, su 115 posti disponibili per i pazienti Covid, altri 170 posti di degenza sono devoluti alla cura delle altre malattie infettive, sono 108 quelli occupati su cui 18 da pazienti vaccinati e 97 da malati non vaccinati. Gli 8 posti di rianimazione, attualmente saturi, sono tutti occupati da pazienti no vax e la metà hanno un’età piuttosto giovane.
In particolare ci sono un ragazzo di 28 anni, un uomo di 38, un terzo paziente di 40 anni e un quarto di 42. “Sono tutti intubati e non vaccinati, sani e privi di patologie pregresse – avverte il direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione Antonio Corcione – tutti venuti a contatto con una variante virale che continua ad avere il suo potere infettante provocando, rispetto agli inizi della pandemia, quadri severi anche in chi è più giovane tanto da essere intubati. Quadri drammatici che vedevamo solo prima dell’avvento del vaccino in questi soggetti sani e giovani e che ora sono il segno di una ripresa della circolazione virale”.
Il Dr. Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’Azienda ospedaliera, spiega “Premesso che siamo assolutamente in una condizione in cui gestiamo la situazione con serenità. Faremo riunioni con il personale per fare il punto della situazione e anticiparci su eventuali ulteriori ampliamenti, sperando che non sia necessario”. E ancora aggiunge: “C’erano persone disperate per non aver fatto il vaccino e molte di loro hanno spiegato di non averlo fatto per tutto quello che si è sviluppato dal punto di vista della comunicazione. Si è detto che il vaccino fa male e loro hanno avuto paura. C’è sicuramente chi ha patologie non compatibili con il vaccino e non ha potuto vaccinarsi, ma quello che fa rabbia è chi non ha alcuna giustificazione per non farlo. È impossibile arrivare in ospedale in una condizione di malattia in stato avanzato. Molti tendono anche a rimanere a casa, non chiamano neanche il medico di medicina generale. Arrivano in ospedale solo quando subentra l’insufficienza respiratoria, così ci troviamo davanti a soggetti giovani con una polmonite conclamata”.
“Le scene che si sono viste nel centro di Napoli nei giorni del ponte di Ognissanti, fiumi di turisti in strada, parlano chiaro. Non dobbiamo dimenticare che siamo in piena pandemia quindi dobbiamo continuare a utilizzare la mascherina anche all’aperto. È uno degli elementi di maggiore contrasto all’epidemia”, conclude di Mauro.