Alla fine a Palazzo Madama si è materializzato lo scenario “di mezzo”, pronosticato dai più alla vigilia. Con 156 voti a favore, 16 astenuti e 140 contrari, l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte non arriva alla maggioranza assoluta nella camera alta del parlamento (161 voti), incassando una maggioranza relativa resa possibile, soprattutto, delle astensioni dei senatori di Italia Viva. Il risultato della seconda chiama, resa più caotica dal voto in extremis chiesto dai senatori Ciampolillo e Nencini (entrambi si sono schierati, alla fine, con la maggioranza), riammessi alla votazione dal presidente Casellati solo dopo una riunione d’emergenza con i questori dell’aula, lascia quindi il Governo in bilico, relegando nell’incertezza la tenuta dell’esecutivo. I renziani, che con un voto contrario avrebbero potuto causare la caduta dell’esecutivo, hanno quindi optato per una linea morbida, nonostante gli scambi anche duri andati in scena oggi tra il leader di Italia Viva e Conte. Si è rivelato fondamentale per il Governo anche il sì dei senatori a vita.

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