“I sindaci delle città più grandi devono ridurre del 50% la mobilità e adottare atti di responsabilità, altrimenti altro che zona rossa, sarà ‘strarossa’. Possiamo chiedere di non andare a passeggio quando è inutile e di indossare sempre le mascherine? Non mi sembra un sacrificio enorme. Dovremmo comportarci come se ci fosse il lockdown per evitare guai peggiori”. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha citato i dati dei contagi del 6 novembre nelle principali città, nel corso della consueta diretta del venerdì su Facebook. A naso, è sembrato un ultimatum ad amministratori e cittadini: o si comincia a rigare diritto, oppure ci saranno conseguenza.
“Napoli 1.046 positivi, la gran parte asintomatici, Giugliano 116, ed è una delle situazioni più preoccupanti, Arzano 24, Portici 57, Casoria 29, Pozzuoli 49 Caserta 65, Aversa 109, Somma Vesuviana 50, San Giorgio a Cremano 45, Castellammare 48, Nola 57, Ercolano 48, Afragola 27, Torre del Greco 66, Salerno 56, Acerra 30, Marano 62, Marcianise 41, Melito 35, Ottaviano 50, Nocera inferiore 29, San Giuseppe Vesuviano 47, Scafati 22”. Questi i dati snocciolati dal governatore, numeri che fanno tremare i polsi e non promettono bene per l’immediato futuro.
Il sussulto arriva quasi a chiusura della diretta, cinquanta minuti in cui De Luca ha parlato più volte di un miracolo compiuto in Campania, dove, a fronte dell’emergenza sanitaria e della carenza di personale ospedaliero, si è riusciti a contenere il contagio. Poi, il solito ribadire della necessità di chiudere tutto a livello nazionale, perlomeno per un mese, condito da qualche frase ad effetto come quando ha rintuzzato “qualche imbecille di amministratore che va in giro per le televisioni a parlare male della Campania”. Sulla zona gialla il presidente della Regione non si è soffermato più di tanto.
“La Campania – ha detto De Luca – è stata collocata in zona gialla. Questa classificazione ha determinato qualche sorpresa, molti si aspettavano una diversa collocazione. Premesso che a me le classificazioni non fanno né caldo né freddo, noi ci siamo dati una linea chiara e lavoriamo sulla base degli obiettivi da perseguire. Qualcuno voleva che la Campania fosse inserita fra le zone rosse. Per quasi due mesi abbiamo subito un’aggressione mediatica che ha descritto una sanità falsa, e poi hanno fatto finta di sorprendersi. Per alcuni Napoli e la Campania non possono essere considerate regioni di eccellenza, devono essere per forza degrado e disastro. Spiace, ma non è andata così”.
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