Un Vincenzo De Luca grintoso ma anche molto preoccupato è stato protagonista ieri sera di una puntata di Porta a porta, lo storico talk show politico di Rai 1 condotto da Bruno Vespa, assieme al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (qui il video). E, nel corso della trasmissione, ha dato seguito anche a parole alle sue due più recenti ordinanze, la numero 74 e la numero 75, firmate in questi giorni per stringere ancora di più le maglie delle azioni di contrasto nei confronti del Covid-19, in un momento nel quale le cifre del contagio in Campania continuano a crescere con inquietante regolarità. Così, nel commentare lo stop alla “movida selvaggia” deciso col divieto di vendita di alcolici da asporto dopo le 22 e col limite di venti persone alle feste, a un certo punto, ha tuonato: “Si tratta della mia penultima ordinanza, prima di chiudere tutto“.

De Luca, poi, ha precisato meglio il suo pensiero, peraltro già ben noto. “Sono molto allarmato – ha aggiunto – e credo che dobbiamo aprire bene gli occhi e dire con grande chiarezza ai cittadini che siamo già nella seconda ondata dell’epidemia. Ricordo ancora una volta che la Campania è la regione che ha la più alta densità abitativa d’Italia e nella quale, oggi, il 60 per cento dei positivi si trova nei territori che fanno capo alle Asl Napoli 1, Napoli 2 e di Caserta, cioé nelle aree a maggiore congestione abitativa“.
La ricetta, per il presidente della giunta regionale campana, è una sola. “Dobbiamo essere molto chiari. Se vogliamo convivere col virus per altri dieci mesi, quando avremo la disponibilità del vaccino, se ci va bene, il controllo del territorio deve essere rigoroso e capillare. E, invece, io rilevo che da due-tre mesi a questa parte le forze dell’ordine da questo punto di vista sono scomparse, poiché non trovo più una pattuglia attiva sul territorio e dedicata al lavoro di controllo anti-Covid. Quando il Governo fa un’ordinanza, come quella dell’obbligo di indossare la mascherina dopo le 18, serve poi qualcuno che faccia rispettare tali ordinanze. Se pensiamo, invece, di convivere con il Covid in queste condizioni per altri dieci mesi, allora dobbiamo dire chiaramente agli italiani che – ha concluso – tra un mese saremo costretti a chiudere di nuovo tutto“.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post