Sono indagati per omicidio colposo plurimo C. N. e M. C., rispettivamente primario del reparto di unità funzionale di chirurgia generale e oncologica e medico chirurgo del suo staff, operativi entrambi presso la clinica Tortorella di Salerno. Le azioni criminose compiute dai due medici si sarebbero consumate in un arco di tempo che va da novembre 2017 a marzo 2018.
Le indagini condotte dalla Procura di Salerno erano iniziate nei primi mesi del 2018 e prendevano le mosse dalla segnalazione di un incremento anomalo dei decessi all’interno della clinica salernitana a partire dai mesi successivi all’assunzione dei due medici. All’interno della struttura sanitaria, infatti, erano emerse alcune criticità e perplessità riguardo il modus operandi degli indagati, i quali avrebbero esercitato la loro professione in maniera spregiudicata. Una volta rilevate tali anomalie, sono partite immediatamente le acquisizioni delle prove e le indagini interne per capire i motivi per i quali fossero aumentati i decessi dei pazienti oncologici. Gli inquirenti hanno, dunque, esaminato 83 cartelle cliniche di pazienti deceduti e i registri di cinque autopsie tenendo conto del legame tra condizione patologica ed esami istologici. Le analisi hanno fatto emergere un forte incremento dei ricoveri per alta specialità chirurgica in seguito all’assunzione del nuovo primario: all’aumento degli utili e delle prestazioni offerte dalla clinica, tuttavia, non sarebbe coinciso un miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, la quale si sarebbe dimostrata, anzi, carente in molte fasi del ricovero dei pazienti coinvolti.
Da questo scenario, dunque, è emersa la responsabilità dei medici indagati e sono state messe in serio dubbio le capacità e la professionalità del primario, del medico chirurgo e della loro equipe medica. Le loro condotte, a lungo andare, si sarebbero così rivelate non solo imprudenti ma anche superficiali, in aperta violazione di quelli che sono i protocolli sanitari. I medici, infatti, optavano per interventi chirurgici azzardati ad alta percentuale di rischio valutati non necessari in pazienti che versavano in stadi avanzati della patologia, senza tenere conto delle conseguenze e delle complicazioni post-operatorie di interventi estremamente invasivi e dagli esiti talvolta nefasti. Tale condotta irresponsabile, finalizzata all’esecuzione di operazioni inutili e pericolose, svolte col solo intento di permettere alla clinica di battere cassa sulle condizioni patologiche dei pazienti oncologici, ha spinto gli inquirenti a condurre le indagini a carico dei due medici, entrambi sospettati di omicidio colposo: nei confronti del primario della clinica C. N. è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, mentre nei confronti del medico chirurgo M. C. è stata adottata la misura interdittiva di sospensione dalla professione di medico presso qualsiasi struttura sanitaria, sia pubblica sia privata.
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