Due finanzieri napoletani sarebbero i veri proprietari del Milan ma la Elliot smentisce
Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, secondo quanto svelato dal "Corriere della Sera" e da "Report", deterrebbero il 51% delle azioni del club rossonero tramite una società offshore lussemburghese
Si infittisce il giallo sulla vera proprietà del Milan (avversario del Napoli stasera in Serie A) dopo l’inchiesta condotta sulle pagine del Corriere della Sera e ripresa dalla trasmissione televisiva Report che, dopo una prima anticipazione messa sui social in settimana, svelerà tutti i retroscena nella puntata in programma domani su Rai 3. Secondo quanto rilevato dai giornalisti del Corsera, dunque, in base ai documenti ufficiali dei quali sarebbero venuti in possesso, la maggioranza delle azioni della società Ac Milan, diversamente da quanto dichiarato fino a oggi, non apparterrebbe al fondo americano Elliot gestito da Paul Singer bensì alla società con sede in Lussemburgo Blue Skye, di proprietà di due imprenditori finanziari napoletani residenti all’estero, Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo. L’inchiesta condotta dai cronisti italiani sarebbe, quindi, in forte contraddizione con le dichiarazioni, rilasciate all’Ansa e riprese da Sky Sport, del portavoce della Elliot, secondo cui la società americana deterrebbe il 96% delle quote azionarie del club rossonero.
Per ricostruire l’intera vicenda bisogna, però, fare alcuni passi indietro e tornare all’anno 2017, quando l’allora proprietario del Milan Silvio Berlusconi cedette la società all’imprenditore cinese Yonghong Li. Dai documenti risulterebbe, infatti, che il miliardario cinese ricevette un prestito corposo per l’acquisto del club rossonero dalla Project Redblack, società che attualmente controlla il Milan ed è posseduta per il 51 per cento proprio dalla Blue Skye dei napoletani Cerchione e D’Avanzo. Fin qui nulla di strano, almeno fino al 2018, quando Li non finisce nel registro degli indagati della Procura di Milano per false comunicazioninell’ambito delle operazioni d’acquisto della società. L’insolvenza dell’imprenditore cinese nei confronti dei suoi creditori, tra cui la Elliot e la Blue Skye, comportò il passaggio delle obbligazioni proprio nelle mani di questi ultimi che divennero de factoproprietari del Milan rispettivamente con quote azionarie del 49% e del 51%.
Tuttavia, a questo punto spunterebbe un dettaglio fondamentale. Proprio qualche giorno prima del passaggio di proprietà dalla Fininvest al magnate cinese, infatti, la Blue Skye cedeva il 46% delle proprie quote alla King George con sede nel Delaware, negli Stati Uniti, società facente parte del gruppo Elliot di proprietà di Paul Singer. Dunque la Elliot, in virtù di tale operazione ancora in vigore, deterrebbe la maggioranza dei titoli di garanzia, come osservano gli analisti economici, ma non la proprietà della società sportiva, che resterebbe saldamente nelle mani della Blue Skye di Cerchione e D’Avanzo. A settembre, inoltre, in virtù delle nuove norme entrate in vigore sull’antiriciclaggio,la lussemburghese Project Redblack ha comunicato che lo stesso Paul Singer deterrebbe il 49% del capitale per conto di terzi. Dunque, anche in questo caso l’imprenditore americano sarebbe azionista di minoranza, mentre il restante 51% sarebbe detenuto nelle mani dei due imprenditori dell’alta finanza napoletani, ritenuti soci di maggioranza.
Se è vero, quindi, che gran parte dei fondi e della liquidità della società rossonera sono gestiti dalla Elliot, le cui ingenti disponibilità economiche giustificherebbero questo tipo di operazioni, dal punto di vista delle responsabilità amministrativeCerchione e D’avanzo resterebbero i veri proprietari del club. A questo punto, secondo gli autori dell’inchiesta, sono due gli elementi che non tornerebbero: il primo sarebbe legato proprio alla figura e al ruolo dei due finanzieri napoletani, i quali non deterrebbero risorse tali da poter gestire una società calcistica come quella rossonera; il secondo è che non sono chiare le motivazioni oggettive per cui la Elliot, dopo aver sborsato milioni di euro per acquisire e sostenere l’enorme piano economico per il rilancio aziendale del Milan, non sia l’effettiva proprietaria della società nonostante le smentite non dimostrate dai fatti. Dubbi e interrogativi legittimi che si celano dietro il sistema delle società offshore lussemburghesi, che il più delle volte sono gestite da soci occulti dei quali non si conosce l’identità e sui quali restano aperte tutte le piste e le ipotesi possibili.
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