È morto a 79 anni Raffaele Cutolo. Il boss mafioso, fondatore della Nuova camorra organizzata (Nco), era ricoverato nel reparto sanitario detentivo del carcere di Parma. Originario di Ottaviano, nel Napoletano, aveva due fratelli, Pasquale e Rosetta, i quali, come lui, hanno intrapreso la carriera criminale. Rosetta ha condiviso le scelte di Raffaele e la sua attività è stata fondamentale per le sorti della Nco. Raffaele Cutolo, soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere, era malato da molto tempo. Il decesso è stato causato dalle complicazioni legate a una polmonite, alla quale s’è associata una setticemia del cavo orale.
A soli 22 anni commise il suo primo omicidio per una questione d’onore. Dopo tre anni entrò in carcere. Qui, con brevi periodi di latitanza, ha trascorso l’intera sua vita, e da qui ha iniziato a lavorare al suo progetto criminale. Cutolo formò un’associazione criminale sul modello di quella calabrese e siciliana, con una precisa data di fondazione: il 24 ottobre 1970. I simboli, i rituali, le cerimonie erano fondamentali per ricostruire la “vera camorra”, ovvero un’organizzazione che, secondo Cutolo, si sarebbe dovuta presentare come non individualistica, ma come una grande famiglia, rispettata e temuta, capace di aiutare e mantenere tutti i suoi affiliati e che, da fatto individuale, si trasformasse in una temuta macchina criminale.
“La camorra-organizzazione venne formalmente ricostruita ad oltre 70 anni dalla sua decretata fine. Era anche la camorra-massa: disoccupati, giovani sottoproletari, detenuti, in carcere per piccole rapine o furti isolati, pronti a fare il salto di qualità nel crimine organizzato. La Nco rappresentò il loro senso di identità sociale“, scrive Gigi Di Fiore nel suo La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime guerre. Cutolo, nella sua vita, è stato coinvolto in alcune controverse vicende storiche italiane, come il caso del rapimento dell’allora assessore regionale Ciro Cirillo da parte delle Brigate Rosse. Singolare l’episodio dell’evasione dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, nel Casertano, dove era rinchiuso per infermità mentale, il 5 febbraio 1978; Cutolo riuscì a scappare in modo violento, grazie all’aiuto di Giuseppe Puca: una carica di nitroglicerina piazzata all’esterno dell’edificio squarciò le mura permettendo la fuga del boss.

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