A Napoli il Partito Democratico è ancora senza un suo candidato sindaco ed è impegnato a trovare un profilo all’altezza della sfida. Il Movimento 5 Stelle si trova a un bivio: dissanguarsi fino a diventare irrilevante o diventare la componente radicale di un progetto politico incentrato sul Pd. Intanto, a Napoli sono già ufficialmente candidati Sergio Rastrelli per Fratelli di Italia, Alessandra Clemente per DeMa e Antonio Bassolino con il suo civismo che sembra sganciarsi volutamente da ogni sospetto di appartenenza ad aree movimentiste di sinistra. Una novità rispetto alla sua prima esperienza da candidato sindaco, quando riuscì a intercettare il dissenso sociale espresso dai movimenti di base. Insomma, Bassolino sembra più guardare al progetto di un altro possibile candidato sindaco, il magistrato Catello Maresca, e a questa voglia di “destra” che, ad oggi, sembra prevalere a Napoli. Con Federico Arienzo, consigliere comunale del Partito Democratico di Napoli, abbiamo approfondito queste tematiche della politica nazionale e locale.
Dottor Arienzo, le dimissioni di Zingaretti (con l’atto di accusa che le accompagna) rappresentano un punto di caduta per il Pd. La riduzione del numero dei parlamentari, la presenza di partiti senza identità e senza struttura, un Governo come quello di Draghi che potrebbe fungere da catalizzatore della ristrutturazione del sistema politico. Prodromi di Quarta Repubblica?
“Siamo, di sicuro, dinanzi a un tempo di grandi cambiamenti. Sono processi che comportano crisi dei modelli, superamento delle dinamiche che hanno governato i sistemi della rappresentanza e della gestione. La politica saprà trovare una nuova dimensione, anche perché parliamo di una attività che è imprescindibile, la necessità dell’uomo di vivere in una società di diritti e doveri“.
Beppe Grillo si era proposto come segretario elevato del Pd. Non era solo la battuta di un comico che si diverte a mettere il dito nella piaga. Sembrava, invece, la iattanza di chi sa che Giuseppe Conte gli sta portando in dote quello che il M5S e la Lega chiamavano un tempo il partito di Bibbiano. In questa ottica, l’elezione di Letta è uno scatto di orgoglio del Pd?
“La scelta di un segretario segna sempre l’immissione di nuova linfa vitale. Letta è una figura autorevole e di grande qualità. Sarà necessario, però, che tutta la comunità democratica trovi le ragioni di un cambio di passo e, in questo, il lavoro del segretario nel costruire nuove classi dirigenti dovrà essere dirompente“.
Il Pd potrebbe sciogliersi e consentire che nasca il grande partito socialdemocratico europeo che non si ebbe il coraggio di fondare con la fine del Pci. Azzerare tutto è l’unico modo per creare qualcosa di nuovo e di interessante per i riformisti?
“Non credo che serva sciogliere un partito per mutarne l’essenza. Il Pd nasce con obiettivi ambiziosi, non realizzati. Bisogna lavorare ed essere generosi, perché questa possa essere la casa di una sinistra moderna e riformista“.
L’onorevole Francesco Gargani con la sua lucida analisi ha sollevato la questione del fallimento della riforma che ha portato all’elezione diretta del sindaco. L’instabilità regna sovrana, lo scollamento tra consiglio comunale e sindaco è sempre più frequente, le Giunte sono spesso delle girandole. Alla luce anche di questa crisi, perché il Pd napoletano non ha colto l’occasione offerta dalla candidatura di Antonio Bassolino, che ha messo a disposizione la sua esperienza per rendere un servizio ad una città in gravi difficoltà?
“Non esiste nessuno uomo della provvidenza. Le regole di finanza pubblica rispetto agli anni di Bassolino sindaco sono totalmente cambiate. Il bilancio armonizzato, il principio di cassa sono mutazioni copernicane rispetto agli anni Novanta. Non basta un uomo per rialzare Napoli, ma bisogna costruire un progetto che veda i partiti nazionali in campo con le migliori risorse possibili per ridare alla capitale del Sud il posto che merita“.
Quella del magistrato Maresca è una candidatura molto valida e autorevole. Tuttavia, chiede che le liste a suo supporto non abbiano simboli politici, condizione che sembra sia stata accettata da alcuni partiti a esclusione di Fratelli di Italia. La politica scappa e va alla ricerca di foglie di fico, perché si ritiene già di per sé impresentabile?
“Finché Maresca avrà il suo posto in Procura non mi esprimerò. La separazione dei poteri dello Stato è tema troppo serio per essere abdicato anche solo per una discussione ipotetica. Sull’abbandono dei simboli non credo serva a molto se le liste vedono poi protagonisti gli stessi uomini e le stesse donne. Operazioni di marketing che contano pochissimo“.
Il Pd a Napoli come si sta muovendo alla ricerca di un candidato e di una sua identità? Riuscirà a instaurare un dialogo con l’arcipelago pentastellato, tenuto conto della vasta area di dissenso creatasi nel M5S dopo la partecipazione al governo Draghi?
“Il Pd a Napoli dopo tanti anni è riuscito a uscire da un isolamento spaventoso e questo è un primo risultato importante e non scontato. Sulla possibile alleanza con i cinque stelle, c’è un lavoro di confronto serio a cui guardo con rispetto, nella speranza che si colga l’occasione per costruire un campo largo che veda impegnate le forze che hanno sostenuto il governo Conte nel tempo più difficile dal dopoguerra“.

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