Il 13 novembre 2009 nel Comune di Ercolano, in provincia di Napoli, si consumò un omicidio di camorra. I sicari di un clan camorristico avvistarono, in via Mare, l’auto del loro obiettivo, ucciso poi con 11 colpi di arma da fuoco. L’obiettivo, però, era quello sbagliato: Salvatore Barbaro, cantante neomelodico di Ercolano, ebbe la sola e unica colpa di avere lo stesso modello di auto dell’uomo che avrebbe dovuto essere l’indiziato per l’agguato. Un omicidio commesso per errore, quindi, rimarcato anche dalla somma in denaro ricevuta dai sicari, ‘solo’ 800 euro a fronte dei 3000 pattuiti. 800 euro è stato il prezzo della vita di Salvatore, altro macabro esempio di quanta poca importanza abbia la vita umana per la camorra. Ha invece valore per la Giustizia, che ha riconosciuto al giovane cantante neomelodico lo status di vittima innocente di mafia.
La sua famiglia ha finalmente ottenuto l’indennizzo previsto dallo Stato per le vittime innocenti di mafia, ma dopo un percorso travagliato. Giovanna Scudo, la mamma di Salvatore, aveva ricevuto due rifiuti in precedenza dal Ministero dell’Interno, nonostante l’errore fosse stato riconosciuto come tale già nel 2016, a seguito del quale furono condannate anche 5 persone. Il Ministero, tuttavia, non aveva deciso di attribuire a Salvatore lo status per motivazioni familiari: Giovanna, la madre, sembrava non fosse del tutto estranea ad ambienti delinquenziali, avendo dei lontani parenti pregiudicati.
Il Tribunale civile ha però ribaltato il verdetto, riconoscendo giustamente a Salvatore lo status di vittima innocente, dando il via per i diritti della famiglia a ricevere la somma in denaro di 200mila euro come risarcimento. Dopo la seconda bocciatura, Giovanna Scudo si rivolse al Tribunale civile di Napoli, seguita dall’assistenza dell’avvocato Giovanni Zara che è riuscito a capovolgere la situazione dimostrando l’estraneità della donna da ambienti criminali. I reati di cui si erano macchiati i suoi parenti, inoltre, non rientravano tra i reati che precludono, per legge, il diritto all’indennizzo.
Un epilogo certo giusto, ma che non ripaga in alcun modo la giovane vita del cantante di Ercolano, spazzata via troppo presto da un banale errore di scambio di persona, o auto, per la precisione. Il giovane napoletano non è il primo a perdere la vita in un omicidio del genere, ucciso dai killer di un clan camorristico per sbaglio. Salvio, come lo chiamavano nel mondo della musica, non era invischiato in nessun giro mafioso, non si era mai avvicinato al marcio ambiente della criminalità organizzata e nonostante ciò è rientrato nel novero delle persone uccise per faide di camorra. Il dietro-front del Tribunale di Napoli, con la decisione positiva ha dato una flebile speranza non solo alla famiglia Barbaro, ma anche a tutte le famiglie che sono cadute vittima innocente della spietata guerra condotta dalla camorra.
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