Nelle prime ore di questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Cosimo Di Lauro, 48 anni, primogenito di Paolo Di Lauro, alias “Ciruzzo o’ milionario” e reggente dell’omonimo clan durante la cosiddetta “prima faida di Scampia”, e Nicola Todisco, 39 anni detto “ninnone”, ritenuto anch’egli elemento di spicco del medesimo sodalizio criminale. I due, già detenuti per altri reati nelle carceri di Milano e Saluzzo, nel Cuneese, sono gravemente indiziati di omicidio volontario aggravato per aver agito con premeditazione e detenzione e porto abusivo di armi, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Il provvedimento è scaturito dagli accertamenti dei militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Dda di Napoli, e dalle concordanti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Secondo le indagini Di Lauro e Tudisco sarebbero, rispettivamente, il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Massimiliano De Felice (legato da rapporti di parentela con le famiglie Abbinante e Notturno, all’epoca al vertice della contrapposta alleanza scissionista), avvenuto a Napoli, nel quartiere di Scampia, il 28 novembre 2004.
L’inchiesta ha portato alla luce che l’omicidio De Felice, avvenuto nelle fasi iniziali della “prima faida di Scampia”, fu una risposta al duplice delitto di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, persone di estrema fiducia di Cosimo Di Lauro, uccisi un mese prima, cioè il 28 ottobre 2004. Le attività investigative hanno permesso, infine, di ricostruire la dinamica dell’omicidio De Felice, nonché di accertare che la vittima era stata colpita al capo e al torace da molteplici colpi di arma da fuoco.
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