“Su alcune norme di sicurezza generale deve pronunciarsi il ministero della Salute, non possono essere scaricate sulle Regioni. Questo è il motivo per cui non ho firmato l’accordo Stato-Regioni”. Il fulmine a ciel sereno arriva nel primo pomeriggio, nell’ora in cui la maggior parte delle persone sta per prepararsi al meritato relax, dopo il pranzo domenicale. A far sobbalzare sui divani i sonnacchiosi cittadini è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che, durante la trasmissione condotta da Lucia Annunziata In mezz’ora in più su Rai3, ha preso la parola buttando sul tavolo l’inaspettato carico da 11.
Sulla riapertura dei confini regionali previsti per il 3 giugno, De Luca è stato altrettanto netto. “Io non lo so che cosa succederà il 3 giugno, se ci sarà il ‘liberi tutti’, io so solo che cercherò di ragionare il 2 per sapere com’è la situazione epidemiologica. Se il contagio viene contenuto va bene, ma se ancora abbiamo elevati livelli di positivi, cosa significa il ‘liberi tutti’?”. Dopo aver esaltato la “straordinaria efficienza” della Campania nel gestire l’emergenza Coronavirus, anticipando anche di “15 giorni i provvedimenti del Governo”, De Luca si è soffermato sul “clima di confusione” riguardante le riaperture previste da lunedì 18 maggio. “Noi non apriamo – ha confermato il governatore – né i ristoranti, né i pub, né altro per serietà. Abbiamo deciso di avere un’interlocuzione con le categorie economiche per prepararli alla sanificazione e a procurarsi pannelli di divisione fra cliente e cliente, per agevolare l’apertura di piccoli ristoranti”.
Accordo o non accordo con De Luca, in serata il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm con le misure che danno il via, da domani, lunedì 18 maggio, alla fase 2 dell’emergenza, dopo una prima stesura annunciata nella conferenza stampa di ieri sera e un ulteriore confronto-scontro con le Regioni, che si è protratto per tutta la notte. Oltre a quella del premier, il documento porta la firma anche del ministro della Salute Roberto Speranza. Confermate le riaperture di barbieri, parrucchieri, centri estetici (con prenotazione obbligatoria), ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie, pasticcerie e pub. Al via le funzioni religiose e gli allenamenti degli sport di squadra, in questo ultimo caso gli atleti dovranno essere distanziati di due metri. Riaprono gli stabilimenti balneari, sparisce l’autocertificazione per la circolazione all’interno delle regioni, ma rimane per chi si sposta da un territorio regionale all’altro, cosa che si potrà fare solo per motivi di lavoro e di salute. Rimane l’obbligo del distanziamento sociale di almeno un metro, di indossare la mascherina in un luogo chiuso o all’aperto quando non è garantita la distanza e il divieto di assembramento. Palestre e piscine riapriranno dal 25 maggio, sempre con l’obbligo del distanziamento, cioè due metri all’interno delle prime e 7 metri quadri fra ogni nuotatore.
Chi ha più di 37,5 gradi di febbre non potrà uscire di casa, mentre è assicurata l’apertura di parchi, ville e giardini pubblici, sempre rispettando il metro di distanza fra le persone. Dal 15 giugno riapriranno anche i centri estivi, così come teatri, cinema e sale da concerti, dove potranno entrare al massimo 200 persone nei luoghi chiusi (con poltrone alternate, ingresso e uscita del pubblico diversificati) e 1.000 in quelli all’aperto. Le manifestazioni pubbliche potranno svolgersi, ma “soltanto in forma statica” e nel rispetto delle misure di sicurezza. Restano chiuse sale giochi, sale scommesse e sale bingo e sono ancora sospese “le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, le fiere e i congressi”.
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