I matrimoni erano finti, ma per un «sì» servivano soldi veri. E tanti, fino a 6.500 euro in contanti. Lo scambio delle fedi, la firma dei testimoni. La registrazione delle nozze, le notti passate sotto lo stesso tetto in attesa della visita delle forze dell’ordine per verificare la regolarità. Poi, dopo qualche mese, ognuno per la sua strada: la sposa o lo sposo, di nazionalità straniera, con un permesso di soggiorno regolare che, trascorsi cinque anni senza intoppi, si può trasformare in una cittadinanza. È il business dei falsi matrimoni per regolarizzare stranieri, perché c’è sempre un modo di spillare soldi a un esercito di disperati, pronti a tutto per un permesso di soggiorno pagando connazionali e italiani senza scrupoli.
Ma, i Carabinieri della Compagnia di Caserta, con a capo il capitano Pietro Tribuzio, comandante della Compagnia, e con il supporto delle stazioni territorialmente competenti, a conclusione di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nella mattinata odierna, nelle province di Napoli, Caserta, Bergamo e Milano, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura, nei confronti di 18 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata a favorire l’illecito ingresso e l’indebita permanenza nel territorio italiano di stranieri clandestini e irregolari.
Gli investigatori hanno scoperto tutto e al termine di una lunga indagine, avviata nel luglio 2019, che ha consentito di individuare una consolidata organizzazione criminale che aveva come finalità principale il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio italiano attraverso lo schema del cosiddetto “matrimonio di comodo” tra cittadini italiani compiacenti, che percepivano in cambio della loro disponibilità un corrispettivo in denaro, e cittadini extracomunitari, ai quali venivano richiesti fra 5.000 e 6.500 euro in contanti, che potevano poi così richiedere il rilascio del permesso di soggiorno.
Un volume d’affari di 200mila euro e circa 40 le ‘nozze fasulle’ scoperte. L’attività tecnica esperita consentiva di ricostruire le ramificazioni del sodalizio localizzandone i componenti nei comuni di Napoli, Castel Volturno, Mondragone, San Cipriano d’Aversa e Avezzano. Nel corso dell’attività d’indagine, inoltre, sono stati riscontrati più di quaranta matrimoni fittizi ed è stato accertato un volume di affari di quasi duecentomila euro quale provento dell’attività delittuosa. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte a indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva


