Nel segno della “Rinascita” di cui è ricco di significato, a ridosso del prossimo weekend pasquale ha visto disvelarsi in Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, una storia di profonda sofferenza, cui i Carabinieri della sezione radiomobile del posto sono riusciti a dare un lieto fine, regalando alla parte offesa, la possibilità di una rinascita appunto, di un nuovo inizio.
Una storia angosciosa di segregazione e aggressioni. Tutto è iniziato con l’inoltro di una telefonata pervenuta al 112. Una richiesta di aiuto da parte di un uomo. Ma, non è lui ad essere in difficoltà ma una sua familiare. L’uomo dice che forse la donna sia stata segregata in casa, vittima delle vessazioni del compagno.
I carabinieri della centrale operativa raccolgono l’indirizzo e mandano una pattuglia. I militari della sezione radiomobile di Giugliano bussano insistentemente. Nessuna risposta, sulla porta una telecamera puntata sull’uscio. Passa qualche minuto e un’auto accosta. Dall’abitacolo escono un uomo e una donna, lei con gli occhiali da sole indossati. Uno dei carabinieri le chiede di mostrare gli occhi, uno è cerchiato di nero, tumefatto. È l’uomo a prendere la parola. Racconta che la compagna si è procurata la ferita con un telefono e intanto le cinge le spalle con un abbraccio.
I militari non credono a una parola, prendono in disparte l’uno e l’altra. La donna scoppia a piangere. È stata segregata in casa dallo scorso martedì, il cellulare sequestrato. Approfittando di un attimo di distrazione del compagno ha trovato il telefono nell’armadio e ha chiamato un familiare. Chi la costringeva tra quelle quattro mura l’ha scoperto e l’ha picchiata. Le ha stretto le mani al collo e poi l’ha colpita alla faccia con il telefono. Poi l’ha fatta salire in auto e l’ha portata in giro. I carabinieri hanno raccolto la denuncia della vittima e hanno fatto scattare le manette ai polsi del 51enne. È ora in carcere, in attesa di giudizio.
Quella contro la violenza sulle donne è una lotta incessante: le forze dell’ordine sono, da sempre, in prima linea nel combattere le violenze di genere. L’invito, pertanto, è quello di denunciare sempre i propri aggressori al fine di interrompere il ciclo del silenzio, della violenza e della solitudine che si crea attorno alle vittime degli abusi. È fondamentale che chi subisce violenze e maltrattamenti familiari debba sapere di non fidarsi mai di chi assume questo tipo di comportamenti che ledono in maniera pericolosa la sua incolumità fisica e mentale e che non deve lasciarsi influenzare da offese e minacce, trovando il coraggio di parlare e di denunciare il tutto. In caso di situazioni di emergenza è inoltre necessario allertare il 112 e nel caso di ferite, anche lievi, bisogna dichiarare ai medici la verità su quanto accaduto. Le donne vittime di violenza devono sapere che esistono appositi servizi di sostegno e consulenza gestiti da operatori specializzati pronti a supportarle in caso di difficoltà di qualsiasi tipo, sia in ambito psicologico che finanziario. È infine attivo il numero rosa 1522 operativo 24 ore su 24 e pronto a offrire alle vittime informazioni utili su come comportarsi in caso di violenza e a quali strutture o centri antiviolenza attivi sul territorio potersi rivolgere nei momenti di bisogno.
