Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di decessi in Europa poiché colpiscono quasi quattro milioni di persone. Il colesterolo ne è la causa principale.
Quando si è sani, una dieta ricca di vegetali e povera di grassi e l’attività fisica possono essere sufficienti a proteggerci dall’ipercolesterolemia. Ma una volta che il processo di «indurimento» delle arterie è avanzato, ricorrere ai farmaci è l’unica opportunità per prevenire l’insorgenza di eventi acuti cardio (infarti) e carebrovascolari (ictus). Più che al valore totale del colesterolo, è la quota di quello Ldl a cui bisogna prestare maggiore attenzione. Depositandosi nelle arterie, la frazione «cattiva» si accumula e finisce per ostruire il flusso del sangue. I valori del colesterolo cattivo dovrebbero essere inferiori a 130 mg/dl anche nei soggetti sani che non presentano specifiche patologie. Sarebbero auspicabili livelli ancor più bassi di 130 mg/dl nei pazienti che già soffrono di pressione alta, diabete, obesità o altri disturbi cardiovascolari.

La base per il trattamento per l’ipercolesterolemia è rappresentata dalle statine o dagli anticorpi monoclonali; non sempre, però, la loro assunzione si rivela sufficiente, soprattutto nelle persone ad alto rischio (per familiarità o per precedenti eventi cardiovascolari); anzi talvolta viene addirittura sconsigliata per i possibili effetti collaterali.
E invece, anche se la notizia è arrivata un po’; sottotono per via della pandemia da Covid che ha monopolizzato la nostra attenzione, già dai primi mesi del 2021 approdato in Europa un farmaco totalmente innovativo per combattere il colesterolo. Il suo nome è Inclisiran, di produzione Novartis, che garantisce, con due sole somministrazioni all’anno sottocute, il controllo dei livelli di colesterolo sulla persona, addirittura del 50%. L’Inclisiran sarebbe in grado di ridurre la sintesi epatica di Pcsk9, una proteina che regola la degradazione dei recettori per il colesterolo LDL sulla superficie delle cellule del fegato.
Non meno importante, ma altrettanto efficace è un altro farmaco di recente sperimentazione: l’acido bempedoico, una molecola che ha un meccanismo d’azione simile a quello delle statine e altre terapie ipolipemizzanti, che se assunto una volta al giorno, ha dimostrato di ridurre il colesterolo LDL di circa il 20%, con il vantaggio di non essere attivo a livello muscolo-scheletrico, dunque senza portare dolori muscolari come invece può accadere con le statine. Uno studio ha visto che, per ragioni ancora sconosciute, che questo nuovo farmaco funziona meglio.
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