Vittoria in extremis per il Napoli, dopo i due pareggi consecutivi contro Milan e Bologna, ma gli azzurri hanno seriamente rischiato di fare tris a conferma del momento piuttosto interlocutorio della loro stagione, che da un paio di match sembra tutta orientata al ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona. In effetti, in campo i partenopei anche stasera sono sembrati più attenti al rodaggio dei meccanismi tattici e al consolidamento della condizione atletica in vista del decisivo match europeo, piuttosto che a dare il massimo, soprattutto sul piano dell’intensità e del ritmo, nelle restanti partite di Serie A. Rino Gattuso schiera la sua squadra col tradizionale 4-3-3, con Ospina tra i pali, linea difensiva da destra a sinistra con Hysaj, Manolas, Koulibaly e Mario Rui; trio di centrocampo Fabian Ruiz, Lobotka, Zielinski; e davanti il tridente storico Callejon, Mertens, Insigne, anche se l’attaccante belga poi resta in campo soltanto mezz’ora poiché è costretto a uscire dopo essere stato toccato duro da un avversario. L’Udinese di Gotti, invece, risponde con l’altrettanto consolidato 3-5-2 e un undici composto da Musso; Becao, De Maio, Nuytinck; Stryger Larsen, Fofana, Walace, De Paul, Zeegelaar; Nestorovski, Lasagna.

Il primo tempo propone un Napoli stabilmente nella metà campo avversaria e i bianconeri friulani compatti dietro la linea della palla ma sempre pronti a ripartire in velocità, sfruttando soprattutto la velocità di Lasagna. Per la verità, nella prima frazione ciò non riesce quasi mai, come testimoniano i numeri all’intervallo, con un solo tiro dell’Udinese verso la porta di Ospina contro gli otto totali degli azzurri, oltre che con un dominio schiacciante nel dato del possesso palla e nel numero complessivo dei passaggi. Peccato, però, che quell’unico tiro dei friuliani verso la porta napoletana, al ventiduesimo minuto, finisca a segno, grazie a un disastroso piazzamento della linea difensiva azzurra e all’ennesima conferma di quanto Manolas e Koulibaly siano poco adatti a giocare assieme: raramente, infatti, s’è vista una coppia di centrali difensivi composta da due calciatori tanto forti individualmente quanto male assortiti se schierati l’uno accanto all’altro. Il Napoli, comunque, pareggia nove minuti dopo essere passato in svantaggio, grazie a un guizzo in spaccata a centro area da parte di Arek Milik, appena entrato al posto dell’infortunato Mertens: preciso il cross rasoterra di Fabian Ruiz e davvero bello il movimento del centravanti polacco ad anticipare i difensori avversari. Grazie al suo gol, dunque, le squadre vanno negli spogliatoi sull’1-1.

La ripresa propone la medesima trama della prima metà, col Napoli a fare possesso palla stabilmente nella metà campo udinese e gli avversari chiusi e pronti a eventuali rovesciamenti di fronte. Il ritmo del match resta non esaltante, con gli azzurri che, comunque, tirano con buona frequenza verso la porta di Musso. Prima Insigne spara alto da discreta posizione, poi all’ora di gioco è Zielinski a scagliare un’autentica folgore dal limite dell’area, col portiere bianconero bravissimo a deviare sulla traversa: il pallone rimbalza in parte oltre la linea, ma non del tutto, per poi tornare in campo. Si resta, dunque, sull’1-1. Dietro, però, gli azzurri continuano a “ballare” e così, al sessantanovesimo minuto una distrazione di Manolas permette a Lasagna di tirare forte e preciso nella porta partenopea, con Ospina prodigioso ad allungarsi basso alla sua sinistra e deviare in modo decisivo. Una decina di minuti dopo è Mario Rui a tirare a lato da buona posizione, mentre all’ottantaquattresimo è di nuovo l’Udinese a sfiorare il gol del clamoroso vantaggio, con la difesa azzurra nuovamente posizionata male su una ripartenza friulana e col solito Lasagna che supera con un mezzo pallonetto Ospina in uscita bassa, trovando però Koulibaly che, seppur in modo goffo e quasi errato, riesce a svirgolare sulla traversa e a salvare così la propria squadra.

Nei minuti finali, le due squadre operano varie sostituzioni ed è proprio un subentrato, Matteo Politano, a diventare decisivo in pieno recupero. Il cronometro è al quinto dei sei minuti di recupero, infatti, quando l’esterno offensivo azzurro che aveva sostituito Callejòn al settantesimo riceve palla al limite dell’area, si accentra e fa partire un bellissimo tiro che sbatte sul primo palo e s’infila alle spalle dell’incolpevole Musso per il 2-1 decisivo che restituisce il sorriso a Gattuso, dopo le critiche rivolte dal tecnico alla sua squadra al termine dello scialbo pareggio di Bologna. E, intanto, il Barcellona è sempre più vicino.
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