A gennaio di quest’anno è diventato presidente dell’ordine degli psicologi della Campania. Con Armando Cozzuto affrontiamo il tema del supporto, in questo tormentato periodo in cui il Coronavirus ha minato ogni certezza, a quelle che lui stesso definisce “le fasce sensibili della popolazione“, cioè bambini, adolescenti e anziani, oltre a coloro che soffrono di patologie gravi diverse dal Covid-19.
Dottor Cozzuto, che tipo di lavoro bisogna fare su bambini e adolescenti per far sì che superino questo difficile momento?
“Ai bambini bisogna dire la verità. Molto spesso i genitori, nel tentativo di proteggerli, non dicono tutto quello che sta accadendo. Devono farlo utilizzando però un linguaggio adeguato all’età. Ad esempio, nel primo lockdown ci sono stati i disegni con gli arcobaleni o gli striscioni fuori i balconi. Sono simboli importanti, che consentono ai ragazzini di elaborare e dare un senso a tutto quello che sta succedendo. Anche con gli adolescenti è difficile comunicare, ma bisogna sfruttare il tempo per ritrovare con loro un nuovo spazio di confronto. Questa opportunità sarà possibile anche grazie a un progetto che stiamo portando avanti con l’ufficio scolastico della Campania. A breve, è prevista la sottoscrizione di un protocollo regionale che ci consentirà di fornire un supporto psicologico negli istituti scolastici. Non sarà solo un supporto emotivo, ma coinvolgerà l’apprendimento, la formazione e gli spazi di condivisione degli studenti e del personale docente”.
La didattica a distanza avrà degli effetti negativi sugli studenti?
“È la prima volta che studenti e docenti si avvicinano a un’esperienza del genere. Cosa potrà accadere nello specifico non lo possiamo prevedere. Sarà il tempo a dircelo, ma sicuramente la didattica a distanza è un cambiamento e dobbiamo interrogarci su come sopperire nel futuro a eventuali carenze da parte degli stessi studenti. Allo stesso tempo, però, esistono anche dei punti di forza della dad, perché gli strumenti tecnologici oggi ci consentono di poter velocizzare una serie di processi che prima erano impensabili. Dobbiamo mettere gli aspetti positivi e negativi sul piatto della bilancia ed essere pronti a riorganizzarci, in un futuro prossimo, sulla base di questa esperienza che sicuramente è unica”.
Un giovane accoglie le restrizioni in modo diverso rispetto a un anziano?
“Le restrizioni toccano tutte le fasce di età. Sicuramente, però, per un anziano che è solo è ancora più difficile poter trovare gli strumenti per entrare in contatto con altri. Non tutte, ma molte persone anziane non sono avvezze all’uso della tecnologia. Gli adolescenti, al contrario, hanno dimestichezza con il web, ma sentono la necessità ancora maggiore di uscire nei contesti di vita sociale. Bambini, adolescenti e anziani sono coinvolti in modo diverso dalle restrizioni, che toccano però tutti”.
I malati di patologie diverse dal Covid-19 hanno difficoltà a essere curati nelle strutture sanitarie. C’è pericolo anche per loro di complicazioni emotive, oltre che fisiche?
“Le persone che soffrono di patologie pregresse rappresentano una fascia sensibile e a rischio. In questi momenti una situazione di privazione si va a sommare a una condizione precedente e quindi rende la gestione di questo periodo più complesso. Al di là del piano pratico riguardante la malattia, che risente di tutta una serie di fattori strutturali e organizzativi che ci portiamo dietro da tempo, ciò che è importante per queste persone è far sentire loro una presenza costante, anche telefonica o attraverso il web. Fare in modo, insomma, che non vivano l’effetto forzato dell’isolamento, ma che giri intorno a loro una rete emotiva e sociale che non li faccia sentire soli o, peggio, abbandonati. Questa è una fascia che oggi necessità di un intervento ancora più strutturato da parte delle istituzioni”.
Parliamo infine della legge regionale sugli psicologi di base, approvata al termine della passata legislatura. Come mai non è ancora in vigore?
“Voluta dalla quinta commissione sanità della Regione Campania, la legge è stata approvata ad agosto all’unanimità dal consiglio regionale e prevede il servizio di psicologia di base. In seguito, come da prassi, è stata impugnata presso la Corte costituzionale dalla presidenza del consiglio dei ministri per verificare se la materia è di competenza dello Stato centrale o meno. Adesso c’è un iter che deve essere seguito e la Regione Campania dovrà scegliere se presentarsi presso la Corte costituzionale o modificare la legge prevedendo un altro tipo di intervento sul territorio. Inoltre, parallelamente è stato presentato un simile disegno di legge dalla senatrice Laura Boldrini. Quindi, come ordine degli psicologi, ci muoviamo su vari fronti: sosteniamo il disegno di legge presentato in Parlamento, spingiamo per affiancare come tecnici la Regione nell’eventualità di una discussione presso la consulta e dai territori pressiamo sul Governo affinché la figura dello psicologo di base venga prevista da una legge nazionale. Soprattutto in questa emergenza Covid i cittadini avrebbero diritto a uno psicologo che fa parte del sistema sanitario pubblico, mentre oggi viene seguito solo chi se lo può permettere privatamente”.
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