• Linea Politico-Editoriale
  • La Redazione
  • Registrati
  • Termini e Condizioni
  • Contattaci
  • Lavora con noi
  • Pubblicità
  • Privacy Policy
  • Trattamento Dati
  • Entra
Il Crivello
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Il Crivello
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Home Cultura

Intervista a Zerocalcare, tra il suo Natale “A Babbo morto” e il fumetto come militanza

Sempre più popolare, il trentasettenne fumettista di Rebibbia ha pubblicato un nuovo dissacrante volume "natalizio" e continua con coerenza lungo la sua strada di autore sempre attento alla realtà circostante

Diego Del Pozzo di Diego Del Pozzo
25 Dicembre 2020
in Cultura, Fumetti
Zerocalcare durante la registrazione dell'audiolibro tratto da "A Babbo morto"

Zerocalcare durante la registrazione dell'audiolibro tratto da "A Babbo morto"

Michele Rech in arte Zerocalcare ha compiuto 37 anni il 12 dicembre ed è certamente l’autore italiano di fumetti più popolare attualmente in attività. Dotato di una cifra stilistica ed espressiva ben riconoscibile e personale, s’è imposto già da qualche anno come scrittore-disegnatore capace di raggiungere anche coloro che non leggono abitualmente fumetti.

Giusto in tempo per le festività natalizie (a conferma del periodo di grande creatività che a ottobre lo aveva portato nelle librerie con l’ottimo graphic novel Scheletri, poi nelle edicole con una collana di “pupazzetti” – come li chiama lui – dei suoi personaggi, quindi in copertina sul settimanale L’Espresso e autore di punta di uno speciale sul reportage a fumetto pubblicato da Internazionale), qualche settimana fa la sua casa editrice di riferimento, Bao Publishing, ha mandato in libreria lo spiazzante e coraggioso A Babbo morto – Una storia di Natale (80 pagine, 11 euro), metà fumetto e metà libro illustrato, distribuito anche come audiolibro edito da Storytel con le voci di Neri Marcorè e Caterina Guzzanti assieme a quella del fumettista di Rebibbia.

Il libro, che nel sottofinale spiazza il lettore con una citazione da Un amaro sorriso, canzone della band hardcore italiana Negazione, inizia con la morte di Babbo Natale e con l’azienda di famiglia gestita sempre più esplicitamente secondo le logiche della globalizzazione e del capitalismo più estremo, tra gnomi sfruttati, l’omicidio di un folletto, proteste sindacali e persino atti terroristici. Da un certo punto di vista, in una cornice da favoletta natalizia illustrata, può essere considerato come uno tra i libri più politici usciti quest’anno in Italia.

Come spesso nelle sue storie, anche A Babbo morto parla del presente, con riferimenti al terrorismo, alla manipolazione dei media, a eventi periodizzanti come il G8 di Genova, ma anche alle migrazioni contemporanee. Come le è saltato in mente di mettere tutto ciò in un apparente raccontino natalizio?
“Mi fa piacere poter spiegare bene il senso di questo progetto, che nasce da alcune mie buffe illustrazioni pubblicate online un annetto fa: mi divertivano molto, perché ironizzavano sulla chiusura della fabbrica di Babbo Natale al tempo della globalizzazione raccontando il tutto con alcune didascalie volutamente melense. A quelle illustrazioni, che per me volevano essere una sorta di parodia di un libro fotografico, ho poi aggiunto le pagine a fumetti, per dare al materiale un filo conduttore più narrativo ma, soprattutto, per rendere ancora più esplicito il mio proposito. Nel libro, infatti, ho voluto mettere tutta una serie di cose sulle quali, ancora oggi, in Italia esiste un grande rimosso, per esempio gli anni di piombo o ciò che è accaduto quasi vent’anni fa in occasione del G8 di Genova. Volevo farlo, però, in un libro che avesse uno stile visivo pacioccoso e fosse anche divertente, il che sta spiazzando molti lettori, che mi contattano emozionati dicendomi che lo stanno regalando alle loro bambine di 5-6 anni. E io mi chiedo? Ma non le vedete le illustrazioni delle renne gambizzate o dei folletti impiccati? Questo tipo di fraintendimenti mi sta facendo capire con sempre maggiore chiarezza che in Italia oggi esiste una profonda disabitudine ad affrontare davvero le questioni della militanza, purtroppo anche tra i più giovani”.

A Babbo morto è anche un audiolibro ed è la prima volta che ciò accade per un fumetto in Italia.
“L’audiolibro è venuto dopo ed è stato fighissimo da realizzare, anche perché sia Neri Marcorè che Caterina Guzzanti sono stati fantastici. Quando l’ho riascoltato mi sono vergognato per come la mia voce sfigurasse accanto alle loro, ma mi sono molto divertito nel registrarlo. Comunque, questi sono tutti elementi venuti successivamente. La cosa per me più importante è stata che, all’inizio, quando la mia casa editrice, la Bao, mi ha proposto di fare un libro di Natale a partire dalle buffe illustrazioni che avevo realizzato per i social, la mia condizione è stata che se dovevo farlo lo avrei usato per tirare fuori questa roba qui e riflettere su alcuni temi, anche politici e militanti, che mi stanno molto a cuore”.

La sua militanza emerge, d’altra parte, anche dallo storico sostegno che lei dedica alla causa dei curdi del Nord della Siria, raccontati per esempio nel bellissimo Kobane Calling, oppure nelle prese di posizione sui social su molte questioni di impegno civile. Qualche giorno fa, per esempio, ha pubblicato una breve storia online a sostegno di Maria Edgarda “Eddi” Marcucci, la militante pro-curdi sottoposta al regime di sorveglianza speciale.
“Si tratta di vicende che riguardano tutti noi e che il Covid rischia di far dimenticare ancora di più. Di alcune storie, infatti, ci si ricorda poi soltanto quando c’è un attentato in una capitale europea, senza fermarsi a riflettere sul fatto che, invece, in alcune zone del pianeta ci sono popolazioni che sono quotidianamente preda di quel tipo di terrorismo. Per questo motivo, sono convinto che sia importante tenere la luce accesa su queste vicende, anche magari con una storia a fumetti o con interventi sui social nei quali spiego a chi mi segue com’è, per esempio, la situazione attuale nel Nord della Siria dopo l’invasione da parte della Turchia. La vicenda di Eddi Marcucci ci riguarda ancora più da vicino, poiché lei è andata a combattere in Siria accanto alla resistenza curda contro l’Isis e, dopo essere rientrata in Italia, è stata considerata pericolosa ed è stata trattata quasi alla stregua di una terrorista, addirittura con la decisione di sottoporla al regime di sorveglianza speciale, che ne limita fortemente i diritti e la libertà quotidiana, nonostante Eddi non abbia mai manifestato alcun carattere di pericolosità. Credo che sia importante parlare di queste cose il più possibile e impegnarsi per provare a fare luce sul buio che circonda queste e altre vicende”.

In queste settimane, ha suscitato molte polemiche tra i suoi lettori l’uscita nelle edicole della collana di “pupazzetti” con i personaggi dei suoi fumetti. Tanto da costringerla pubblicamente a spiegare che, in qualche modo, anche quell’iniziativa è collegata alla sua idea di militanza.
“Su questa cosa ho voluto fare chiarezza, anche se di solito preferisco agire in silenzio. Però, attorno a questi “pupazzetti” da edicola si sono scatenate reazioni assurde, con accuse di essermi venduto al mercato e sciocchezze simili. Addirittura, sono stato fermato per strada da gente che mi urlava contro. Invece, io su queste cose sono addirittura manicheo e, ormai da anni, ho deciso di irreggimentare la gestione economica dei miei guadagni in un quadro ideologico molto chiaro e a mio avviso coerente: quando realizzo un mio nuovo libro che parla di me e delle mie storie, allora tengo per me il compenso; quando invece partecipo a progetti legati a cause sociali o politiche, di solito lascio il ricavato a quelle cause. Su questo non transigo, poiché io continuo a fare le mie cose con trasparenza e approccio etico. Per quanto riguarda i “pupazzetti”, nella collana è prevista anche un’uscita dedicata a Kobane Calling, al cui interno ci sarà il personaggio di una combattente curda presente in quel mio libro, ma affiancata a una serie di schede e materiali informativi che fanno il punto sulla questione curda. E quando ho firmato il contratto per quella collana ho deciso di versare il forfait che mi era stato riconosciuto a favore proprio di quella causa che mi sta tanto a cuore”.

A ottobre è uscito Scheletri, il suo graphic novel che, tra presente e passato, racconta anche la Roma d’inizio Duemila dei suoi 18 anni, quando lei aveva la cresta e se ne andava a zonzo in metro saltando l’università. Nel volume, che ha esordito al primo posto dei libri più venduti in Italia, tornano temi e personaggi noti, assieme a quello nuovo di Arloc, narrati però con una struttura da vero e proprio thriller. Come mai questa scelta stilistica?
“Già in passato, con Dodici, avevo utilizzato un genere narrativo forte, in quel caso per narrare un’apocalisse zombie ambientata a Rebibbia, ma all’epoca credo di non essere riuscito a gestire bene una storia come quella, tutta di fantasia. Forse, chissà, ho fatto un passo più lungo della gamba. Così, stavolta, confesso di avere un po’ barato, perché con Scheletri invece di cimentarmi con una storia interamente fantastica ho attinto al mio immaginario ricorrente, ma l’ho infilato in una cornice di genere thriller-noir, anche per raccontare il tempo che passa e come si battono i mostri che ciascuno di noi ha dentro di sé. Dalle reazioni dei lettori, mi sembra che il mix sia piaciuto. Accanto ad alcuni personaggi di miei amici, già presenti nei libri precedenti, ho inserito quello nuovo di Arloc, un sedicenne di periferia dalla storia personale molto complessa. Diciamo che in lui ho messo un po’ la summa di tanti ragazzini incontrati in vita mia nelle periferie romane. Come lui, infatti, ne ho conosciuti molti e così ho pensato di utilizzarlo proprio per raccontare anche figure che negli anni mi sono state più o meno vicine. In Scheletri torno alla Roma di quasi vent’anni fa, quando ero un ragazzo e avevo anche un look diverso da quello di oggi: però, i miei capelli con la cresta erano molto meno belli di come li ho disegnati”.

Il lockdown dei mesi scorsi per te è stato un periodo di enorme creatività, come dimostrano tutte le tue opere uscite poi in questo periodo. Da che cosa è dipeso?
“In realtà, dal semplice fatto che durante la quarantena s’era bloccato tutto e, quindi, la totale assenza di eventi, presentazioni e occasioni sociali alle quali intervenire ha raddoppiato il tempo che potevo dedicare al lavoro. Così, sono nati Scheletri e A Babbo morto, ma anche i corti animati di Rebibbia Quarantine e altre cose interessanti”.

A proposito di Rebibbia Quarantine, c’è la possibilità di vederne nuovi episodi per raccontare anche questa nuova fase della pandemia da Covid-19?
“Rispetto a marzo-aprile, oggi non c’è una vera e propria quarantena né a Rebibbia né altrove in Italia e, anzi, confesso che non ci sto capendo niente nell’attuale gestione da parte delle istituzioni. Nelle scorse settimane, ci sono state regioni gialle, arancioni e rosse, dove però anche le chiusure non sono state le stesse dei mesi scorsi. Mi sembra tutto molto caotico e confuso, col virus ancora così in circolazione. Le istituzioni procedono a tentoni e la gente mi appare stanca e preoccupata. Da questo punto di vista, la quarantena della scorsa primavera aveva prodotto, forse anche per paura, un senso di collettività che oggi invece mi sembra completamente sfilacciato”.

Per il futuro, comunque, anche se non dovesse esserci un seguito di Rebibbia Quarantine, l’animazione potrebbe essere un ambito espressivo da praticare con più regolarità?
“Sì, l’animazione mi piace molto e continuerò a esplorarla in futuro, per fare anche cose diverse e misurarmi con linguaggi differenti dal fumetto per continuare a raccontare il mio mondo. Dopo la trasposizione cinematografica da La profezia dell’armadillo, invece, il cinema dal vero mi interessa di meno. Ho capito che è una forma espressiva troppo collettiva e nella quale, anche quando un film è pienamente riuscito, si rischia di avere poco controllo e di fare troppa fatica per ritrovare intatta la propria voce così come era su carta. Da questo punto di vista, l’animazione permette un controllo maggiore e anche per questo motivo mi interessa di più”.

Una tavola da A Babbo morto

Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?

Tags: flashScheletriZerocalcare
CondividiInviaTweet
Articolo precedente

Caso Juventus-Napoli, dura replica di De Laurentiis a Pirlo: “Non è un avvocato, pensi a fare l’allenatore”

Articolo successivo

Covid-19, oggi in Campania 1.009 nuovi casi e 464 guariti. Nel Casertano, ne sono stati registrati 217 e 254

Articolo successivo
Covid

Covid-19, oggi in Campania 1.009 nuovi casi e 464 guariti. Nel Casertano, ne sono stati registrati 217 e 254

Facebook Instagram Youtube Twitter LinkedIn
Il Crivello

Strumento di informazione puntuale, orientato dalla parte dei cittadini e delle associazioni, di quel tessuto sociale che non sempre ha “voce” e, spesso, trova difficoltà ad esprimersi.

Archivi

Link Utili

  • Linea Politico-Editoriale
  • La Redazione
  • Registrati
  • Entra e Invia una notizia
  • Termini e Condizioni
  • Contattaci
  • Lavora con noi
  • Per la tua pubblicità
  • Privacy Policy
  • Trattamento dati personali

© 2021 Il Crivello - Tutti i diritti riservati

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Politica
  • Cronaca
    • Napoli
    • Caserta
    • Salerno
    • Benevento
    • Avellino
  • Inchieste
  • Economia
  • Società
  • Scuola
  • Cultura
    • Letture
    • Arte
    • Fumetti
  • Spettacoli
    • Musica
    • Teatro
    • Cinema
    • Televisione
  • Sport
  • Rubriche
    • LeggiAmo
    • Tech & Digital
    • Salute e Benessere
    • Architettura
    • Nutrizione
  • Registrati

© 2021 Il Crivello - Tutti i diritti riservati

Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Visita la nostra Privacy Policy.