È polemica all’interno del Partito democratico di Orta di Atella, in provincia di Caserta. Dopo il documento di dura accusa nei confronti della triade commissariale che regge le sorti della città, firmato con il simbolo dei democrat, è la volta degli iscritti che si definiscono “Area moderata del Pd”, i quali hanno prodotto una nota che sconfessa l’operato dei colleghi di partito. I democratici Antonio Russo, Lello Vergara, Giuseppe Rega, Raffaele Arena e Mimmo Iovinella hanno scritto al segretario provinciale e commissario cittadino del partito Emiddio Cimmino. “Il documento politico dei giorni scorsi – affermano – è stato prodotto senza nessun coinvolgimento dei numerosi tesserati. Riteniamo, che lo Stato, rappresentato dai commissari prefettizi a seguito dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’ultimo consiglio comunale, vada sostenuto e sollecitato su proposte costruttive, visto il periodo di grande difficoltà dovuta dall’epidemia da Covid-19. Constatiamo con estrema amarezza, invece, che il Pd a Orta di Atella risponde a logiche autoritarie da parte di alcuni, che utilizzano il partito come fosse un orpello a proprio uso e consumo. Questa iniziativa autoreferenziale, intrapresa con tracotanza, viola apertamente il regolamento del partito”.

Gli scriventi continuano: “Viene utilizzata finanche la figura dello stesso segretario provinciale, tirato per la giacchetta con il solo scopo di pianificare una sorta di blitz del partito. Ci chiediamo, poi, con stupore, chi abbia deciso di sottoscrivere lo stesso manifesto insieme a un’associazione cittadina; chi opera queste scelte politiche? Eppure ci risulta che nessun congresso cittadino è stato celebrato. Il calcolo matematico delle tessere non può rappresentare un alibi per una conduzione a carattere familiare di alleanze mai discusse nelle sedi competenti, la sezione. Inviti a riunioni fatte cadere artatamente nel vuoto. Questo non è il Pd che immaginiamo. Questo linguaggio, questo coltivare ostinatamente il campo del sospetto, sortisce l’effetto di allontanare le forze migliori della nostra città, come i giovani. Accusare la terna commissariale di ‘un’inopportuna continuità amministrativa con le esperienze precedenti’ è imbarazzante per un partito come il nostro, che esprime nel governo nazionale un ministro dell’Interno, lo stesso che ha agito per ripristinare sul nostro territorio il corretto andamento dell’attività amministrativa. Ci auguriamo che la discussione venga riportata nel recinto di un pluralismo e di una dialettica di confronto essenziale per la sopravvivenza stessa del partito. In caso contrario, ragioniamo sull’ipotesi di autosospenderci qualora si continui su una strada a senso unico”.
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