Litorale Domitio, poliziotto municipale cerca di sedare una rissa tra automobilisti e viene pestato a sangue
Il poliziotto municipale era libero dal servizio: è stato accerchiato dal branco e ha subito ripetuti e violenti colpi con calci e pugni, finendo quasi denudato e lasciato esamine sull’asfalto
I fatti nella giornata di domenica scorsa, 7 aprile, sulla Strada Statale 7VI, meglio nota come la Domitiana. Il poliziotto municipale è intervenuto per calmare gli animi. Un gruppo di persone lo ha aggredito con violenza inaudita con calci e pugni.
A renderlo noto è il deputato alla Camera per Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, militante storico della Federazione dei Verdi, postando il video attraverso il suo profilo Facebook. Da come riporta il deputato borrelli, la rissa sarebbe scoppiata nel traffico automobilistico che, solitamente si verifica nei fine settimana: rissa scoppiata per motivi che sembrano riconducibili a questioni di viabilità, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni.
Un gruppetto di due tre persone si è scagliato violentemente contro l’agente di polizia municipale, che si trovava lì con la famiglia ed è intervenuto per risolvere la situazione. L’uomo è stato accerchiato dal branco e ha subito ripetuti e violenti colpi con calci e pugni, finendo quasi denudato. Successivamente, il vigile è stato lasciato esanime sull’asfalto mentre gli aggressori fuggivano.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha preso nota della segnalazione, ha dichiarato: “Ci stiamo informando sull’episodio anche per comprendere le condizioni dell’agente, al quale va la nostra solidarietà, e se gli aggressori siano già stati individuati. In ogni caso, dovranno essere denunciati. Siamo circondati da individui incapaci di far prevalere le loro ragioni se non con la violenza, anche quando non hanno alcun diritto dalla loro parte. Oggi, basta una piccolissima scintilla per far esplodere la violenza, e ogni pretesto sembra giustificarla, portando ad incidenti, feriti o, peggio ancora, persone ricoverate in ospedale. Solo la certezza delle condanne e una giustizia severa possono frenare questa pericolosa tendenza”.
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