Nuovo record toccato all’alba di questa mattina, l’oro vola e supera 2.280 dollari l’oncia, con un rialzo di oltre l’1%. L’attrattiva del metallo come bene rifugio resta quindi alta.Un rialzo trainato da tre principali fattori: le crescenti aspettative di un intervento al ribasso sui tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, la robusta domanda proveniente dalla Cina e le crescenti tensioni geopolitiche.
I motivi della crescita
Poco più di dieci giorni fa, l’oro ha superato la soglia dei 2.200 dollari per oncia, inviando un segnale duplice all’economia globale: da un lato, l’indicazione quasi certa che la Federal Reserve avvierà tagli dei tassi d’interesse, accettando così un’eventuale inflazione superiore al suo obiettivo; dall’altro, l’elevata incertezza legata a uno scenario geopolitico ed economico pericoloso, il quale alimenta la corsa verso l’oro come rifugio sicuro per eccellenza.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, la domanda cinese di oro si mantiene costantemente robusta da diversi trimestri. La Banca Centrale Cinese ha incrementato notevolmente le proprie riserve auree, effettuando acquisti ininterrotti per gli ultimi 16 mesi, con l’acquisto del metallo in forte ascesa tra i giovani cinesi. L’oro è balzato fino a cifre che sono quasi il doppio di dieci anni fa. Alcuni osservatori più pessimisti ipotizzano che la corsa verso questo bene rifugio sia alimentata dai timori legati ai 34mila miliardi di dollari di debito statunitense, i quali potrebbero spingere la Federal Reserve a gestire il “buco” nel bilancio federale attraverso un aumento dell’inflazione, con conseguente riduzione del rapporto debito/Pil. Da questo scenario, con l’esigenza di difendere valore dall’inflazione, verrebbe la corsa all’oro, che spesso sembra andare a braccetto col bitcoin. La Fed è orientata al taglio dei tassi. E lo scenario delle banche centrali in assetto espansivo piace agli investitori del metallo giallo
Lo scenario futuro
La corsa del metallo giallo è una buona notizia anche per le banche centrali che lo usano come riserve, fra le quali spicca la Banca d’Italia che con le sue 2.452 tonnellate d’oro è seconda soltanto alla Federal Reserve e alla Bundesbank Il ruolo dell’oro come bene rifugio spicca anche in un’epoca di instabilità geopolitiche, con il timore che il conflitto in Medioriente (in foto) possa allargarsi. Gli ultimi rialzi si collocano in un trend di medio periodo che vede le quotazioni in salita del 12,2% a 6 mesi e dell’11% rispetto alla metà di marzo 2023.
I record del prezzo dell’oro nelle recenti settimane sembrano essere spinti da flussi speculativi. Come spiega il Corriere della Sera, la domanda delle banche centrali che diversificano le loro riserve ha compensato i deflussi dagli investimenti passivi in Etf ed è diventata un altro fattore strutturale, insieme ai tassi di interesse reali, per i prezzi dell’oro. Secondo diversi esperti, l’oro potrebbe stabilizzarsi a 2.250 dollari per oncia, sulla base di un cambio di rotta della Fed