Sono 160 i progetti selezionati dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati fra quelli presentati dagli enti e associazioni del terzo settore, che hanno partecipato al bando pubblico per l’assegnazione, a titolo gratuito e per finalità sociali, di immobili confiscati in via definitiva. Si tratta del primo bando pubblico predisposto dall’Anbsc per l’assegnazione diretta dei beni a favore degli organismi del terzo settore e che, nonostante il carattere sperimentale, ha ottenuto un vasto consenso. Ai progetti più meritevoli fra quelli presentati dalle associazioni sarà assegnato un contributo, fino ad un massimo di 50mila euro, per un totale di un milione di euro, sulla base di una graduatoria che sarà predisposta da un’apposita commissione giudicatrice. Tale contributo costituisce un incentivo che viene offerto alle associazioni per meglio sostenere i costi talvolta onerosi per il riutilizzo del bene confiscato e integra le azioni poste in essere dalle Regioni. Il bando è la prima applicazione della riforma del codice Antimafia del 2017, che ha permesso all’Anbsc di assegnare direttamente i beni confiscati a soggetti appartenenti al terzo settore, senza dover passare per i Comuni. In questo modo l’iter dell’assegnazione dei beni viene notevolmente velocizzato. Secondo uno studio di Libera, infatti, dal momento del sequestro al riutilizzo per fini sociali passano circa dieci anni. In questo arco di tempo i beni sono spesso soggetti ad atti vandalici o degradano così tanto da dover essere ristrutturati in toto, con conseguente aumento dei costi per chi li ottiene in gestione.
In Campania sono 190 i beni messi a bando, suddivisi in tre provincie: Napoli (84), Caserta (60) e Salerno (46). Il capoluogo di regione la fa da padrone per numero di beni su cui sono previsti progetti (49), seguito da Castel Volturno (37) e, a sorpresa, dal piccolo Comune cilentano di Postiglione (26), poco più di duemila abitanti. Nel Napoletano, a Nola, sono diciassette i beni messi a bando, otto a Caivano, cinque a Marano, due a Villaricca e uno ciascuno a Calvizzano, Sant’Anastasia e Torre del Greco. In provincia di Caserta, dopo Castel Volturno, c’è Maddaloni (8), Cancello ed Arnone e San Felice a Cancello (3), Capodrise e Parete (2), uno a Capua, Piana di Monte Verna, Pontelatone, Teverola e Valle di Maddaloni. A Salerno e provincia, spiccano i dodici beni confiscati e sottoposti a progetto di Cava de’ Tirreni e i quattro di Positano. Uno ciascuno per Nocera Inferiore, Pagani, Pellezzano e il capoluogo di provincia. Nella suddivisione per tipologia di beni, infine, spiccano i terreni agricoli (74), gli appartamenti in condominio (65) e i negozi (11), mentre poche sono le ville (3), i terreni edificabili (2) e i box auto (2).

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