È stato identificato come Michele Giuliano Aria l’ex cutoliano, attuale reggente del clan dei Casalesi nell’agro di Teano, arrestato nel maxi blitz antimafia della polizia di Stato di questa mattina all’alba. Il referente di zona del clan Papa, invece, risponde al nome di Salvatore Salerno. Per la precisione, nella nottata odierna, la squadra mobile di Caserta ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. La misura è stata presa nei confronti di sette persone, tutte gravemente indiziate e a vario titolo di concorso in estorsione, consumata e tentata, lesioni personali, porto di strumenti atti a offendere, tentata violenza privata e minacce. Questi reati pluriaggravati sono stati commessi in modo continuativo e si sono svolti nell’agro di Teano dal 2016 al 2018. Inoltre, sussiste anche l’aggravante del metodo mafioso, poiché i reati sono stati commessi avvalendosi della forza intimidatrice scaturita dall’appartenenza al clan camorristico dei Casalesi.
Le persone raggiunte dalla misura di custodia cautelare in carcere sono Armando Aria, Michele Giuliano Aria, Michele Aria jr., Lorenzo Corbisiero, Paride Corso, Francesco Faella e Salvatore Salerno. I sette sono stati rintracciati in diversi comuni dell’Alto casertano dalla squadra mobile di Caserta, grazie all’aiuto di equipaggi del reparto prevenzione crimine Campania, del reparto volo e del reparto cinofili di Napoli, nonché in provincia di Varese, dove ha operato la locale squadra mobile. Le investigazioni si sono sviluppate attraverso attività tecnica di intercettazione telefonica e telematica, ma anche con metodi tradizionali, come appostamenti, pedinamenti e perquisizioni. Secondo le indagini Michele Giuliano Aria, con la collaborazione dei figli Michele e Armando, di Francesco Faella, Paride Corso e Salvatore Salerno, avrebbe estorto ad alcuni imprenditori della zona di Teano somme che andavano dai 200 ai 300 euro mensili, fino alla richiesta anche di un terzo dei guadagni. Per costringere le vittime ad assecondare le continue richieste di denaro, gli indagati si sarebbero resi responsabili di danneggiamenti e numerosi episodi di violenza, minacce di morte o aggressioni fisiche, utilizzando anche armi improprie come mazze da baseball. Inoltre, per rendere più concrete ed efficienti le minacce, Michele Armando Aria avrebbe espresso in più di un’occasione la sua appartenenza al clan dei Casalesi, presentandosi anche come “compare di Cutolo”. Non era raro, inoltre, che ostentasse la commissione di gravi delitti di sangue. “La gente bisogna sgozzarla”, “Dobbiamo comprare due asce”, “Ti faccio vedere come si stacca la testa alla gente”, avrebbe affermato il boss a Paride Corso, durante una telefonata intercettata. Una volta terminati gli atti di rito, gli arrestati sono stati associati alle case circondariali competenti, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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