Sta per diventare un caso politico, oltre che giudiziario e mediatico, la vicenda delle presunte molestie sessuali che coinvolge un ormai ex docente dell’Accademia delle Belle arti di Napoli (l’uomo ha presentato ieri le sue dimissioni irrevocabili ai vertici dell’Istituzione), accusato da una studentessa ventenne con la quale avrebbe avuto una relazione sentimentale durata un paio di mesi e poi terminata nel peggiore dei modi. Nella giornata di ieri, infatti, l’esponente di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha annunciato di voler presentare nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Università, il napoletano Gaetano Manfredi, rettore della Federico II, “perché ogni istituzione – ha sottolineato – faccia le sue opportune e obbligatorie valutazioni, nel rispetto del dolore di queste ragazze“.
Intanto, la magistratura continua a indagare e, probabilmente, un punto di svolta dell’inchiesta arriverà il 5 marzo, quando è calendarizzato in Procura l’accertamento irripetibile sui telefoni cellulari delle due parti in causa. Gli inquirenti della sezione Fasce deboli (il pm Cristina Curatoli e il procuratore aggiunto Raffaello Falcone) procederanno con le cosiddette copie forensi dei tabulati e delle conversazioni tra i due.
Nel frattempo, la pressione delle accuse e un’attenzione mediatica sempre maggiore, alla fine, hanno avuto la meglio sulla volontà del professore al centro della vicenda, regista napoletano di fama nazionale. Così, l’uomo ieri sera, attraverso una lettera affidata ai suoi avvocati Lucilla Longone e Maurizio Sica, ha presentato ai vertici dell’Accademia una lettera di dimissioni irrevocabili. Subito dopo la pubblicazione delle accuse, il docente si era messo in malattia e i suoi esami odierni sono stati svolti da una commissione pro tempore di colleghi. Nel motivare quella che, di fatto, è un’interruzione del rapporto lavorativo con l’Istituzione napoletana, l’uomo ha affermato di voler preservare la serenità degli allievi, annunciando al contempo che darà battaglia in sede giudiziaria per opporsi a quella che, stando alla sua versione dei fatti, sarebbe stata una ricostruzione non corrispondente a realtà.
Oggi pomeriggio, intanto, è arrivata anche una dichiarazione del presidente dell’Accademia, Giulio Baffi: “Parlo anche a nome – si legge nella nota – del direttore Giuseppe Gaeta e della Consulta degli studenti. Sono profondamente addolorato per tutto quanto accaduto. L’Accademia perde un docente di grande esperienza e grande bravura, che ha saputo dare molto ai suoi allievi e a questo luogo. Il nostro primo pensiero è sempre rivolto agli studenti e alla loro serenità. Oggi, il direttore Gaeta è stato impegnato a sostenere circa duecento esami e ciò mi conforta, nel notare come rapidamente riprenda la normale attività dell’Accademia senza che essa venga intralciata. Già da domani studieremo di concerto con la Consulta degli studenti nuove iniziative che possano tutelare e sostenere gli allievi per qualsiasi necessità“.
Il caso è esploso nei giorni scorsi, a seguito della pubblicazione di un’inchiesta del quotidiano online Fanpage.it, riportante le accuse di violenza sessuale di una studentessa dell’Accademia, la quale ha raccontato di essere stata adescata dal proprio professore tramite messaggi sui suoi profili social, per poi vedersi recapitare richieste sempre più stringenti di foto intime e incontri privati, che sarebbero culminati in un rapporto sessuale subìto dalla ragazza a casa del docente. Il tutto sarebbe avvenuto, stando al resoconto della studentessa, sotto la minaccia di una bocciatura all’esame, il che avrebbe messo la ragazza in una posizione di estrema vulnerabilità rispetto alle richieste dell’uomo, forte del suo status di potere. Alla diffusione del servizio, il materiale è stato acquisito dalle autorità del Tribunale di Napoli, con i carabinieri che in un paio di occasioni si sono recati in Accademia per farsi consegnare documenti utili alle indagini.
Da parte sua, il docente e regista ha subito replicato attraverso i suoi legali, parlando di relazione consensuale tra due adulti e senza alcun tipo di coercizione né di collegamento col ruolo ricoperto in Accademia. E, in sua difesa, ha anticipato le mosse dell’accusa presentando in Procura le stampe di centinaia di messaggi tra lui e la studentessa, dai quali, a suo dire, emergerebbe la verità dei fatti. Nei giorni seguenti, tuttavia, il caso è definitivamente esploso sul web, in seguito alla pubblicazione anonima su Youtube di un breve video, corredato dal nome del docente messo ben in evidenza, con un montaggio di registrazioni vocali e schermate compromettenti di Whatsapp. Da quel momento, è stato come se si fosse scoperchiato una specie di vaso di Pandora, con un clima di isteria e sospetto generalizzato tra i corridoi dell’Accademia di Belle arti di Napoli e con centinaia di post pubblicati da studenti e studentesse sui social, in molti casi con altre accuse più o meno velate.
Anche l’inchiesta, intanto, si starebbe ulteriormente ampliando, dopo che ieri pomeriggio sempre Fanpage.it ha pubblicato una seconda intervista video a un’altra studentessa, che ricollegandosi alle accuse della compagna ha raccontato la propria esperienza personale col docente in questione, facendo emergere numerosi punti di coerenza con la storia della sua collega. Questa seconda ragazza, attualmente residente all’estero, ha dichiarato, infatti, di essere stata costretta a rinunciare al conseguimento del titolo accademico dopo ben ventitré esami sostenuti sui ventiquattro complessivi, a causa dell’ostinata avversione del professore, che le avrebbe negato innumerevoli volte il superamento del suo esame, in seguito a un rifiuto da parte della studentessa a presentarsi a un appuntamento al cinema propostole dall’uomo dopo averla contattata tramite una chat sui social network.
E proprio in relazione a questo nuovo filone, che se confermato potrebbe portare persino la Procura ad ampliare le indagini ben oltre lo specifico caso di molestie sessuali, in serata – poche ore dopo il comunicato ufficiale dell’Accademia, nel quale si esprimeva dolore per la perdita di “un docente di grande esperienza e grande bravura, che ha saputo dare molto ai suoi allievi e a questo luogo” – la sezione napoletana del collettivo femminista Non una di meno ha diffuso su Facebook una lunga Lettera aperta delle studentesse dell’Accademia di Belle arti, nella quale si legge che “l’abuso di potere da parte del docente in questione non ha colpito solo una nostra collega, ma negli anni siamo state in tantissime, purtroppo, ad essere state colpite dalla politica di terrore, dalla violenza e dalla possibilità di non sottrarci anche solo a ricevere un complimento non gradito, un messaggio su chat mai richiesto, obbligate a rispondere anche quando non avremmo mai voluto“. La lettera è corredata dalla riproduzione di altri scambi di messaggi social tra l’ormai ex docente e le studentesse e da una serie di racconti in prima persona relativi a presunte irregolarità nelle sessioni di esame, che a dire delle studentesse sarebbero andati avanti per anni.
Insomma, tra colpi di scena sempre più sgradevoli, accuse reciproche, spettacolarizzazione dei media, privacy dei soggetti coinvolti e dei loro familiari messa a dura prova, questa brutta storia, purtroppo, sembra essere ancora soltanto agli inizi.
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