È un duro colpo quello inflitto quest’oggi da parte dei carabinieri al clan Sibillo, quello che fu definito “la paranza dei bambini”. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, infatti, il Gip del Tribunale di Napoli ha emesso misure cautelari nei confronti di 21 persone presunte appartenenti al gruppo camorristico dei Decumani e gravemente indiziate dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, il tutto aggravato dalle finalità mafiose. Le attività investigative, condotte dai militari della compagnia di Napoli centro, hanno documentato una serie di azioni criminali con cadenza quotidiana effettuate nel centro storico per contrastare il clan nemico dei Mazzarella. Era stata messa in atto una vera e propria “strategia della tensione” ai danni di molti esercenti del posto, così da sollecitare gli interventi delle forze dell’ordine e della Procura ai danni dei rivali.
Contestualmente al blitz, i carabinieri hanno rimosso, da un altarino dedicato alla Madonna, realizzato al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, l’urna funeraria del baby boss Emanuele Sibillo, capo del clan insieme a suo fratello Pasquale, ucciso a 19 anni nel 2015 in un agguato a ridosso di Castel Capuano. L’omicidio avvenne in un vicolo soprannominato “vicolo della morte”, roccaforte della famiglia Buonerba, altro gruppo rivale dei Sibillo. Le indagini, infine, hanno portato alla luce che l’altarino era il luogo dove alcuni commercianti, vittime di estorsione, venivano costretti a inginocchiarsi per sottomettersi alla supremazia del clan.